Vita da incubo nel condominio. Una coppia 'perseguitava' i vicini

Marito e moglie rinviati a giudizio per stalking

Carabinieri

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Città della Pieve, 31 agosto 2017 - QUANDO i vicini sono «stalker» la vita in un condominio può rivelarsi un incubo. Per i 16 residenti di una palazzina residenziale a Città della Pieve non si trattava più di semplici dissapori di vicinato ma di vera e propria violenza privata e atti persecutori. Dopo anni di denunce e lamentele, di litigi anche davanti ai carabinieri della Compagnia di Città della Pieve, la vicenda è confluita tutta in un corposo fascicolo arrivato ora al rinvio a giudizio per una coppia di cittadini stranieri (lui tedesco e lei austriaca). Sono sette le querele collezionate e molte di più le segnalazioni che il pubblico ministero Barbara Mazzullo ha citato nella richiesta di rinvio a giudizio per marito e moglie.

IL GIP ha già fissato l’udienza preliminare che si terrà a metà settembre. In quella data i coniugi di 75 e 67 anni, difesi dall’avvocato Francesco Mattiangeli (nel riquadro), dovranno rispondere di una lunga serie di episodi che gli vengono attributi. In concorso tra loro «per petulanza e altri biasimevoli motivi» avrebbero arrecato molestia e disturbo imbrattando e rendendo inutilizzabili le cassette postali condominiali: riempite di carta, erba e rami secchi e sassi. I due avrebbero dedicato molto tempo alla redazione di scritti che inviavano alle loro «vittime» non solo per posta, ma anche per email oppure li affiggevano negli spazi condominiali con frasi irriguardose. Li chiamavano «fantasmi» e accusavano gli altri condomini di essere responsabili di scarsa igiene.

E INVECE – secondo l’ipotesi dell’accusa – erano loro a gettare la spazzatura sul terrazzo della vicina. La stessa che nel luglio del 2016 si è vista recapitare una lettera di 57 pagine di improperi. E sempre in quel periodo marito e moglie si sarebbero introdotti nella soffitta privata dei vicini di casa dove si sono impossessati degli oggetti che i legittimi proprietari conservavano nella rimessa (scatoloni, reti da letto, sdraio) e li hanno poi lasciati nelle zone di passaggio del condominio non senza prima averli cosparsi di biglietti con scritto «sono inutili portateli in discarica». E POI C’È il racconto di come avrebbero frugato nella cassetta della posta di una vicina o di quando hanno riempito l’ascensore di scatoloni bloccando la porta ed impedendo a tutti di usarlo. E ancora, quella volta in cui hanno riempito un secchio d’acqua e dal loro balcone lo hanno scaricato in testa ad una vittime del loro «piano di disturbo».

Sara Minciaroni