Umbria Jazz, stretta sulla sicurezza: ipotesi "gabbie" intorno ai palchi

Dopo i fatti di piazza San Carlo si studiano le migliori soluzioni per l'incolumità della gente

Una delle scorse edizioni di Umbria Jazz

Una delle scorse edizioni di Umbria Jazz

Perugia, 18 giugno 2017 - Dopo i drammatici fatti di piazza San Carlo a Torino, i nodi al pettine per le grandi manifestazioni stanno emergendo con immancabile puntualità. E il primo su cui scatta la lente di ingradimento è «Umbria Jazz», il grande appuntamento musicale che porta migliaia di persone a Perugia e che quest’anno rischia di essere davvero problematico per la gestione della sicurezza.

Così ieri, dopo quello della settimana scorsa, si è svolto un altro vertice in Questura con funzionari del Comune, della Polizia e dell’organizazzione dell’evento. Già, perché dopo la circolare del Capo della Polizia, Franco Gabrielli, i compiti sono molto precisi: il Comune dovrà valutare la «capienza delle aree» delle manifestazioni, individuare gli spazi di soccorso, nonchè emanare i provvedimenti di divieto di vendita di alcolici e di bevande in vetro e lattine.

Gli organizzatori di «Umbria Jazz» da parte loro dovranno «regolare e monitorare gli accessi» con «sistemi di rilevazione numerica progressiva ai varchi di ingresso, fino all’esaurimento della capacità ricettiva» (in questa fase la Polizia sarà di «ausilio»), oltre a prevedere percorsi separati di accesso e deflusso del pubblico con indicazione dei varchi. E il tema è proprio questo: Uj per sua natura è una manifestazione per lo più aperta, «libera», dove si ascolta musica in piazza, lungo il Corso o ai giardini. Così mentre la regolazione degli afflussi sarà «semplice» al Santa Giuliana, al Morlacchi e alla Sala Podiani, diventerà più complicata in piazza IV Novembre o ai Giardini Carducci. Come creare ad esempio percorsi separati di entrata e uscita in questi spazi? Soluzione niente affatto semplice.

E così al momento c’è l’ipotesi di realizzare delle «gabbie» intorno ai palchi quando si svolgono i concerti: transennare cioè le aree dove c’è musica all’aperto (e gratuita). Ma i problemi non sono pochi. Esempio: dove potrebbe iniziare la «gabbia» in piazza IV Novembre? Da metà Corso Vannucci o da Palazzo dei Priori?

Appare difficile pensare che il pubblico di Uj venga «ingabbiato» in un’area transennata per assistere a un concerto in piazza. Chi frequenta il festival lo fa in libertà, muovendosi da un posto all’altro. Il rischio è lo snaturamento della manifestazione. E anche introiti. Per questo i protagonisti si rivedranno a breve per cercare di trovare una soluzione adeguata.

Donatella Miliani

Michele Nucci