Il cardinale Bassetti: «Quando il Papa mi chiamò al telefono... »

Il neopresidente della Cei: «Al primo incontro ci parlammo come fanno due fratelli»

Il cardinale Gualtiero Bassetti (Foto Crocchioni)

Il cardinale Gualtiero Bassetti (Foto Crocchioni)

Perugia, 26 maggio 2017 - «Pronto, sono Francesco: la disturbo?»: è cominciato con una telefonata alle 7 di mattina sul cellulare dell’allora arcivescovo di Perugia, monsignor Gualtiero Bassetti, il rapporto fra il Papa e quello che sarebbe stato nominato dallo stesso Pontefice prima unico cardinale residenziale in Europa e poi, l’altro ieri, presidente della Conferenza episcopale italiana. A raccontarlo oggi pomeriggio ai giornalisti a Perugia è stato lo stesso Bassetti, nel primo incontro informale con i media locali da presidente dei vescovi italiani.

«Dopo quella telefonata - dice Bassetti - che arrivò prima della mia nomina a cardinale, alla quale non pensavo assolutamente, ci incontrammo nell’appartamento del Papa, dove discutemmo di tanti temi, parlando di tutto come fanno due fratelli. Prima di allora ci eravano incontrato soltanto due volte: per la visita ‘ad limina’ dei vescovi umbri e per un incontro del Pontefice con i giovani di Perugia, al quale seguì un pranzo dove ebbi modo di parlare a lungo con lui, stuzzicandolo su varie tematiche». «Ora che sono il presidente dei vescovi - continua i - mi senso esattamente come mi ha detto un mio sacerdote dopo la nomina, e cioè ‘il più piccolo di tutti’, quello che deve spendersi più di tutti gli altri per servire i fratelli e la Chiesa».

Il cardinale accoglie i cronisti come un padre. Lui seduto, tutti gli altri in cerchio. Parla di immigrazione («Ci sono bambini che muoiono in fondo al mare mangiati dai pesci, meno male che c’è chi li accoglie e speriamo che l’Europa faccia ancora uno sforzo più grande) e lancia un messaggio ai «grandi della terra», riuniti in queste ore a Taormina: «A loro dico: ‘prego intensamente per voi, pensate ai piccoli’. Perché chi ha grandi responsabilità deve pensare prima di tutto alla nostra gente».

Un invito lo rivolge ai giovani. A chi è in cerca di un lavoro, a chi ha perso la speranza: «Non vedo l'ora di ricominciare la mia visita pastorale per prendere contatto con tutte le scuole. Voglio dire ai ragazzi di  essere coraggiosi e di non aver paura. Di lottare e sperare, perchè chi non ha speranza ha già perso la battaglia».

E alla sua gente dice di non preoccuparsi, non perderanno il loro vescovo«Cari perugini, mi dovrete sopportare ancora», sorride Bassetti. «Ringrazio il Signore per avermi fatto vivere tra Firenze, la Toscana e l’Umbria. A Papa Francesco l’ho detto subito: la nostra Umbria non ha meno dignità perché è una piccola regione. Questa Terra ha regalato al mondo Francesco e Benedetto, Norcia e Assisi sono due balconi sull’Europa».