Una folla commossa per l’ultimo saluto ad Antonio Brino

L’incidente sul lavoro e 14 giorni di coma

Una folla commossa per l’ultimo saluto ad Antonio Brino

Una folla commossa per l’ultimo saluto ad Antonio Brino

Santo Stefano, 23 agosto 2015 - Qualcuno non ha retto alla fortissima emozione e allo stress accumulato nelle due settimane di speranza durante le quali un’intera comunità è rimasta incollata a un segnale di risveglio. Dopo qualche minuto trascorso all’interno della piccola chiesa alcuni amici di Antonio sono usciti stravolti, cercando un angolo lontano per dar sfogo alle lacrime. Troppo difficile assistere alla sentita cerimonia religiosa che ha dato l’addio a Antonio Brino, il ventottenne di Ponzano tragicamente scomparso a causa delle lesioni provocate dallo schiacciamento tra due convogli mentre stava lavorando al molo ferroviario Fornelli della Spezia.

Il ragazzo è rimasto 14 giorni in coma e neppure il trasporto urgente all’ospedale di Bologna è servito a salvargli la vita. Tantissimi amici, colleghi di lavoro, residenti della zona si sono voluti stringere intorno a papà Mario e mamma Welika rimasti per due settimane al fianco del loro unico figlio, strappato alla vita da una casualità che adesso passerà al vaglio delle indagini. Il dolore lascerà spazio al percorso legale, per tentare di far luce sulle dinamiche dell’incidente e eventualmente evitare in futuro altro dolore. Al termine della funzione religiosa qualcuno ha avuto la forza di parlare per salutare Antonio.

"La fine dell’estate è arrivata prima quest’anno – ha detto con la voce rotta dall’emozione un giovane dall’altare – perchè il sole si è spento quando te ne sei andato. Adesso riposa in pace, amico mio". Anche una cugina si è fatta forza ricordando l’affetto che li ha sempre legati, nonostante la differenza di età. Il sacerdote, don Ercole, nella sua omelia ha chiesto che vengano immediatamente spalancate le porte del Paradiso a un ragazzo che è stato strappato all’affetto dei suoi cari. Una punizione così severa da mettere persino in discussione la parola del Dio della pace, famiglia e felicità.

La piccola chiesetta di San Carlo nella frazione di Ponzano ceramica non è riuscita a contenere l’immensa folla e per consentire a tutti quelli rimasti nel piazzale di seguire la funzione religosa sono stati installati alcuni altoparlanti esterni. All’uscita del feretro, preceduta dall’esposizione di una fotografia di Antonio sorridente, si sono levate al cielo soltanto le grida di dolore dei familiari. Poi gli abbracci, la condivisione di un dolore così forte da non lasciare il respiro, e gli sguardi che si sono incrociati alla ricerca di un punto di equilibrio. La famiglia Brino è conosciutissima a Ponzano dove risiede da quasi 30 anni. Il padre Mario è capotreno e impegnato come dirigente nella locale società sportiva Magra Azzurri. Antonio è cresciuto nel quartiere, si è fatto uomo insieme agli altri ragazzi che non sanno darsi pace e sono rimasti vicini, abbracciandosi davanti alla bara coperta di fiori. Poi l’ultimo viaggio al cimitero di Ponzano Madonnetta, accompagnato da un lungo corteo silenzioso e sinceramente commosso.

Massimo Merluzzi