Ditta cinese nel mirino della Finanza: tasse evase per quasi 2 milioni

Importava e rivendeva tessuti all’ingrosso provenienti dalla Cina senza però versare imposte dirette, Iva e Irap

Una pattuglia della Guardia di finanza

Una pattuglia della Guardia di finanza

Prato, 14 dicembre 2015 - Importava e rivendeva tessuti all’ingrosso provenienti dalla Cina ma si era «dimenticato» di versare imposte dirette per 1.500.000 euro, Iva per più di 300 mila euro e quasi 60 mila euro di Irap non corrisposta. Sono questi i risultati di una verifica fiscale conclusa nei giorni scorsi dai militari del Gruppo della guardia di finanza di Prato che hanno indagato su un complesso sistema di scambi legati all’importazione di tessuto che dalla Cina arrivava nella comunità Europea tramite Spagna, Germania e Olanda per essere poi acquistati da una società gestita da cittadini di etnia cinese con sede a Prato.

Si tratta di una delle tante attività di importazione e vendita all’ingrosso di tessuti già segnalata nell’ambito di una analisi centralizzata condotta dal Nucleo Speciale Entrate della Guardia di finanza, con sede a Roma. I finanzieri di Prato sono così riusciti ad evidenziare numerosissime operazioni di importazione, effettuate fra il 2011 ed il 2014 per le quali la società italiana non aveva presentato alcuna dichiarazione in materia di Iva e di imposte dirette relative alle vendite effettuate in ambito domestico. «Quello della fiscalità internazionale – spiegano dalla Guardia di Finanza – rappresenta per il Corpo un settore particolarmente strategico ed incisivo, dal momento che al giorno d’oggi lo svolgimento delle più importanti attività economiche, e dunque anche le forme di evasione fiscale, travalicano i confini nazionali e coinvolgono diverse legislazioni fiscali che, in un’ottica di lungo periodo, saranno sempre più armonizzate».