Bufera di vento: "Ogni azienda vivaistica adotti un parco pubblico"

La proposta di Antonio Sessa (Legambiente)

Antonio Sessa di Legambiente

Antonio Sessa di Legambiente

Pistoia, 30 marzo 2015 - OGNI GIARDINO e/o parco urbano venga adottato, da un’azienda vivaistica, confidando che, tra le tante presenti sul territorio non manchi chi si faccia avanti con entusiasmo e convinzione per assolvere a questo compito»: è questa la proposta che avanza Antonio Sessa di Legambiente, tornando sul tema dei gravissimi danni provocati dalla bufera di vento del 5 marzo al patrimonio verde pubblico. «Il concretizzarsi di questa prospettiva – sottolinea ancora Sessa – permetterebbe di sottoporre il patrimonio arboreo cittadino a quel controllo, gestione, manutenzione che finora gli è sempre mancato, in particolare per quanto riguarda la corretta esecuzione delle potature che dovrebbe essere razionale ed equilibrata, e non consistente in vere e proprie capitozzature, come troppe volte si vede fare negli interventi diretti della amministrazione. E che, in casi di nuove piante, inizi fin dalle prime fasi per offrire subito alle chiome una corretta impostazione».

«L’ACCOGLIMENTO di questa proposta – rimarca poi l’esponente di Legambiente – non potrà che portare un beneficio dal punto di vista della sicurezza, ma anche dal punto di vista estetico e sanitario, al panorama del verde cittadino, senza dimenticare, per quanto riguarda ogni singola azienda vivaistica che voglia rispondere positivamente a questo invito, il positivo e gradito ritorno d’immagine sul quale la medesima potrà contare. Per Sessa le molteplici cadute per il forte vento «hanno rafforzato in qualcuno l’errato e pericoloso convincimento che gli alberi, soprattutto quelli in città, siano ormai divenuti un problema, piuttosto che una risorsa importante per più di un motivo». «Dimenticandosi dell’eccezionalità dell’evento anche nei giorni passati si è alimentata la psicosi che gli alberi, soprattutto quelli di città, siano dei nemici pericolosi. L’unico interesse verso il patrimonio arboreo è quella della cosiddetta messa in sicurezza. Tale pratica, infatti, attuata sulla scia di eventi straordinari e violenti, come quello del 5 marzo, porta a pratiche inquietanti e assai discutibili, come quella di abbattere alberi frettolosamente e superficialmente giudicati pericolosi, su chiamata di singoli cittadini e con interventi dei vigili urbani e dei vigili del fuoco».

«NOI INVECE – prosegue Sessa – siamo convinti che gli alberi siano una risorsa fondamentale e che al posto di campagne di abbattimento, debbano essere messe in atto pratiche di studio, di conoscenza e di cura verso questo prezioso patrimonio. Di conseguenza dovranno essere coinvolte figure (comunali ma anche esterne) finora rimaste ai margini di tutto quanto attiene al verde urbano, procedendo a un censimento del patrimonio arboricolo della città, parco per parco, con una descrizione delle essenze presenti, della loro età, dimensioni, stato di conservazione.