Memorie pistoiesi all'Archivio di Stato

Presentazione della documentazione dell'Accademia degli Armonici

festa da ballo

festa da ballo

Pistoia, 10 giugno 2016 -  Il cuore del centro storico custodisce un luogo dove gli echi delle feste da ballo e le luci degli antichi lampadari di cristallo si sono spenti da tempo, ma che ha restituito una porzione di storia pistoiese grazie a chi, con amore, ha salvaguardato la documentazione dell’Accademia degli Armonici (ma da tutti i pistoiesi conosciuta come Le Stanze), e ha così consentito una ricerca storica che sarà presentata domenia 12 giugno (dalle 16.30 in poi) all’Archivio di Stato di Pistoia, in piazzetta delle Scuole Normali 2 (dietro la Forteguerriana), e dove la parte centrale sarà costituita dalla presentazione del lavoro di Andrea Bartolini, che, dottore in architettura, parlerà della sede dell’Accademia a Pistoia. Saranno presenti Emilia Del Puglia Taddei Sozzifanti e Rita Ciampi che hanno salvaguardato la documentazione e donato le carte all’Archivio.

L’evento, che onora la memoria di Giuseppe Taddei Sozzifanti e di Giulio Ciampi, è a cura di Antonietta Saluzzi, con la collaborazione di Assunta Sperduto. Interverranno il direttore dell’Archivio di Stato, Daniele Cianchi; Emilio Capannelli, responsabile dell’Archivio della Regione Toscana, Lucia Cecchi (responsabile dell’archivio diocesano di Pistoia), che parlerà delle carte d’archivio e dopo Bartolini le conclusioni a Laura Dominici, storico dell’arte, che parlerà di Luigi Mazzei e i locali delle Stanze, tra Liberty e Dèco. Le radici dell’Accademia sono raccontate in un prezioso e antico libro scritto da Luigi Bargiacchi alla fine dell’800 e che racconta la nascita delle Stanze, la cui sede, dominata da una facciata neoclassica che fu poi, per qualche anno, sede di una banca torinese, è ancora, chiusa e silenziosa, in via Curtatone e Montanara. La sede, che era l’antico convento di San Niccolò in Torre fu acquistata da nobili e intellettuali del tempo per 1.200 scudi (pari a 7mila e 56 lire). Nell’Ottocento e fino al primo Novecento l’attività culturale era fervida. L’Accademia era frequentata da Jacopo, Alessandro e Roberto Sozzifanti, da Cellesi, Petrocchi, Mazzei, dai Baldi Papini, dai Banchieri. Ospitò nel 1915 una mostra grandiosa con tutti i più importanti autori contemporanei, a partire da Michelucci, divenne la più importante sala di lettura dei giornali (era possibile trovarvi tutte le testate). Le Stanze hanno infine conquistato un capitolo del libro scritto da Franco Pratesi nel 2015: «Giochi di carte nel Granducato di Toscana».

lucia agati