Comunità montana, la Corte dei Conti condanna Sichi

Vendita della legna e mandati di pagamento "fasulli", l’ex economo chiamato a risarcire quasi 355mila euro

Giuliano Sichi

Giuliano Sichi

Pistoia, 22 settembre 2015 - "E’ un ingente danno erariale alla Comunità montana, pari almeno a 540mila e 836 euro", quello cagionato dall’ex economo, Giuliano Sichi. Così scrive la Corte dei conti nella sentenza, che si è basata su una "puntuale e complessa attività investigativa". Quasi 191mila euro per mandati di pagamento "trattenuti illegittimamente", più altri 164mila di soldi incassati dalla vendita del legname, ma non versati: un totale di poco meno di 355mila euro. E’ questa, però, la somma che Sichi, economo dal 2001 al 2011, è tenuto a pagare per colmare l’ammanco dell’ente, oggi disciolto e assorbito dalla Provincia. Lo ha stabilito la sezione Toscana della Corte dei conti, segnando un nuovo passaggio cruciale nella vicenda che si compie fra le aule della giustizia contabile e di quella penale.

Sichi è stato condannato a titolo di responsabilità dolosa e in via principale per i mandati di pagamento "fasulli" nonché per non avere versato le somme derivanti dalla vendita del legname tagliato dagli operai della Comunità montana nei boschi dell’Appennino. Calcolando l’importo in 354mila e 938 euro più pochi spiccioli, i giudici della Corte dei conti gli hanno riconosciuto due "sconti". Il primo per la somma già versata spontaneamente da Sichi per 160mila euro. In secondo luogo, diversamente dalle richieste della Procura generale presso la Corte dei conti, nel calcolo del totale da restituire alle casse pubbliche sono stati esclusi i 40mila e 670 euro della consulenza contabile di Luca Eller, chiamato a revisionare i conti della Comunità Montana in seguito al commissariamento. Questo, in accoglimento delle istanze presentate dal difensore all’epoca, l’avvocato Daria Bresciani di Pistoia.

"Si tratta – si legge nella sentenza del 17 settembre scorso – di un ausilio richiesto dall’amministrazione danneggiata ma che, in sostanza, è frutto di un carente sistema di controllo dovuto all’intera organizzazione amministrativa" e pertanto "non può essere addebitabile ai soli odierni convenuti".

Nella sentenza della Corte di conti vengono chiarite anche le posizioni degli altri soggetti coinvolti nel procedimenti contabile. Sono tutti tenuti al pagamento di somme di diversa entità soltanto in via sussidiaria, ovvero nel caso Sichi, ritenuto primo responsabile dell’ammanco, non provveda a versare quanto dovuto. A 133mila e 640 euro ammonta la cifra che la Cassa di risparmio di Pistoia e della Lucchesia potrebbe essere chiamata a corrispondere a titolo di 2responsabilità gravemente colposa", in qualità di banca di cui la Comunità montana era correntista. Alla Cassa è stata contestata la culpa in vigilando, colpa indiretta di chi, secondo la legge, è tenuto alla vigilanza dei comportamenti altrui.

Stessa responsabilità e condanna al pagamento soltanto in via sussidiaria è stata riconosciuta alle altre persone coinvolte. Si tratta di Rosa Apolito, segretario generale e dirigente dell’area amministrativa della Comunità dal 1983 al 2013, chiamata eventualmente a corrispondere 35mila e 493 euro; Alessandro Michelotti, revisore unico della Comunità dal settembre 2006 al marzo 2011, per 34mila e 684 euro; Antonella Giovannetti, revisore dal giugno 2000 al settembre 2006, per 3mila e 53 euro; Roberto Fedeli, dirigente dell’ufficio tecnico dell’ente dal 1994 al luglio 2013, per 16mila e 402 euro.

S.T.