Il funerale di Daniela, la giovane mamma uccisa da un tumore dopo aver dato alla luce il suo secondo figlio

«Prendere esempio da Daniela e dal suo amore» Le parole di don Batini ai funerali della giovane mamma stroncata da un male incurabile

Il dolore dei famigliari di Daniela, la giovane mamma di Gioia Tauro morta a Nodica

Il dolore dei famigliari di Daniela, la giovane mamma di Gioia Tauro morta a Nodica

Pisa, 24 luglio 2014 - DOLORE e commozione alle esequie di Daniela Corriano, la giovane madre morta di tumore a 29 anni scegliendo di salvare il piccolo che portava in grembo invece di interrompere la gravidanza per seguire le cure che avrebbero potuto salvarle la vita. Il bambino, nato prematuro, è adesso in incubatrice all’ospedale Santa Chiara, sta bene ed è la testimonianza della forza dell’amore e della vita. Il funerale si è svolto a Nodica, nella stessa chiesa che quattro anni fa aveva ospitato quella stessa famiglia — che ieri ha salutato per l’ultima volta Daniela — per il matrimonio tra la giovane e Alessio Giusti, l’amore della sua vita. Il parroco della frazione vecchianese, don Baldo Batini, durante la messa ha ricordato in più occasioni Daniela. «Sono andato a trovarla all’ospedale e ad ogni messa celebrata qui a Nodica abbiamo pregato per lei — ha raccontato in una atmosfera di profonda commozione — . Era sempre felice di vedermi e nei suoi bellissimi occhi si poteva leggere l’amore per la vita, per i suoi cari, i suoi figli e la speranza di una guarigione che purtroppo non è mai arrivata».

OCCHI arrossati dal pianto erano invece quelli dei presenti alla messa. Nessuno è riuscito a trattenere la commozione e il dolore per la perdita di Daniela. «La ricorderò continuamente — ha continuato don Baldo — come quattro anni fa, quando ci incontrammo la prima volta e lei cominciò a frequentare i corsi di preparazione al matrimonio. Era bravissima ed era convinta della propria fede, così come dobbiamo esserlo noi in momenti bui come questo». La bara di Daniela è stata letteralmente sommersa da fiori colorati e da profumi intensi, come a simboleggiare il ricordo della sua allegria e della forza di volontà ferrea, quella stessa volontà che ha portato il proprio piccolo alla luce, mettendolo davanti a tutto. «Siamo distrutti dalla sofferenza e dai ricordi — ha concluso il parroco — e non possiamo rispondere facilmente ai ‘perché’ che adesso ci poniamo. Possiamo solo prendere esempio da Daniela e dal suo amore assoluto».