"Ogni mese 800 minuti in più in auto. Ecco la mia odissea quotidiana"

Pendolare: Alberto DiPede abita a Marina e lavora a Ospedaletto

Alberto DiPede

Alberto DiPede

Pisa, 27 luglio 2016 - Una vita alla guida. Lavora a Ospedaletto e da tre anni abita a Marina. E così, quelle strade che portano dal mare in città e viceversa, le conosce come le sue tasche. Le percorre a tutte le ore, quando ci «sono interventi urgenti». Alberto DiPede ha una piccola azienda e la passione per la scrittura. Come tutti gli scrittori osserva molto. Come pendolare, registra orari e iter. «La mattina parto alle 8.30 e rientro intorno alle 13, a volte torno a Pisa nel pomeriggio ed è una tragedia».

Il percorso. «Attraverso il viale di Marina per poi prendere un tratto di Bigattiera a metà viale e riagganciarmi alla Pisorno, quindi il raccordo con la superstrada e l’arrivo». Un andirivieni che, soprattutto d’estate, si fa disagiato. «I cantieri si aprono sempre nella stagione più calda. Viene il sospetto che si voglia portare automobilisti sulla A11 e far così pagare loro il pedaggio». Di giorno, il traffico. Di sera, «la quasi totale assenza di illuminazione». Il lungarno D’Annunzio è «pericoloso e stretto. La Bigattiera sarebbe un’alternativa se non fosse anch’essa stretta (e ci passano pure gli scuolabus!) e se la segnaletica verticale e orizzontale non fosse assente». E la Pisorno? «Primo, è lontana; secondo, il manto stradale è sconnesso». Inoltre, «gli incroci sono brutti e mal segnalati, senza cartelli evidenti». Risultato, «è impraticabile: basterebbe mangiare sei metri alla pineta e fare un’altra corsia, ma hanno più volte detto che non si può perché siamo nel territorio che ricade nel Parco. Eppure quelle stesse zone sono invase dalla spazzatura e questo va bene?».

Il rientro spesso è difficile. «Il limite di velocità, fissato a 70, non viene rispettato. In alcuni punti sul viale non c’è il guard rail. Molti fanno inversione e proprio per questo motivo, su quella strada c’ho lasciato tante gomme... Finalmente sembra che almeno la rotatoria di San Piero si farà. Perché il fine settimana è un dramma: si formano code che fanno paura. Se si incontra la colonna dei fiorentini il venerdì alle 10, si è fregati. E non si arriva a casa prima delle 14». Poggi e buche. «In superstrada alle congiunzioni sui ponti e sui viadotti ci sono 20-25 cm di dislivello. Quando ci si immette dall’autostrada nella bretella per raggiungere Marina non si vede bene. In più di un’occasione, ho assistito a camion e mezzi pesanti che sfiorano le macchine. Proseguendo, alla confluenza per andare dai Navicelli in su, la visibilità è scarsa e c’è uno sbalzo in parte rimediato. Passato l’aeroporto, si trova un salto vero e proprio. E la fila sull’Aurelia tornando indietro è un problema fisso».

Un giorno a caso. «Lunedì dovevo andare in via Po. Sono uscito a San Piero, tornato al ponte del Cep, ho preso l’Aurelia, fatto il sottopasso a Porta Nuova e andato a sinistra in via Pietrasantina». La conta. «Per percorrere 12 chilomertri e mezzo, mi servono oltre 20 minuti, anche se a cose normali si impiegherebbe la metà del tempo. Questo si traduce in dieci minuti in più a ogni viaggio, cioè 40 minuti extra al giorno. 800 minuti ogni mese sprecati al volante».