Il canale dei Navicelli ritrova lo sbocco in Arno

Partiti i lavori per riaprire il collegamento. Chiusa al traffico via 2 Settembre

Lavori in corso

Lavori in corso

Pisa, 5 marzo 2015 - I lavori per il nuovo Incile hanno imboccato la dirittura d’arrivo. Da qualche giorno la via 2 Settembre, nel tratto fra il viale D’Annunzio e il sottopasso dell’Aurelia, è chiusa al traffico. La ditta Forti, che si è aggiudicata l’appalto per la realizzazione del collegamento fra il canale dei Navicelli e l’Arno, ha iniziato l’intervento di manutenzione straordinaria del ponte girevole che fu costruito alla fine degli anni Settanta e non è mai entrato in funzione. Un intervento che richiederà almeno due mesi di tempo, visto che sarà necessario smontare e rimettere a nuovo gli impianti oleodinamici e la centralina che comanderanno l’apertura del ponte al passaggio delle imbarcazioni e restaurare le parti metalliche. In questi due mesi è prevista una viabilità alternativa per la quale è già installata la segnaletica. Si sta così avviando a compimento un’opera pubblica che la città ha atteso a lungo, dopo che il bombardamento del 31 agosto del ’43 aveva messo fuori uso l’antico collegamento il fiume e il canale. A dire il vero i lavori per il ripristino dell’Incile furono cominciati e portati fino a un certo punto già nella seconda metà degli anni Settanta, utilizzando fondi messi a disposizione del ministero dei Lavori Pubblici come risarcimento dei danni di guerra. I soldi disponibili però non furono sufficienti a completare l’opera che così rimase incompleta e abbandonata. Anche perché da parte degli enti pisani non si manifestò la necessaria volontà politica tendente a ottenere nuovi stanziamenti dalla regione Toscana a cui nel frattempo il canale era stato assegnato dal Demanio. Ma quelli erano altri tempi e il canale dei Navicelli sembrava aver perso l’importanza che oggi ha invece acquisito a pieno titolo. In primo luogo per lo sviluppo della cantieristica da diporto sul canale dei Navicelli e per l’apertura del porto di Boccadarno.

A questa sorta di disinteresse che provocò l’abbandono dei lavori non fu neppure estraneo l’atteggiamento degli enti livornesi che vedevano il canale dei Navicelli come il fumo negli occhi. E la regione era molto più sensibile di oggi alle istanze che provenivano da Livorno. L’opportunità di riaprire la partita si presentò con l’arrivo del rigassificatore della Olt al largo della costa e il timore di rischi per il litorale pisano (che, in realtà, non hanno mai preso corpo). Furono l’allora sindaco Paolo Fontanelli e l’assessore all’urbanistica Beppe Sardu a sfruttare abilmente l’occasione per ottenere dalla Olt un bel po’ di soldi (tredici milioni) da utilizzare per un’opera pubblica a compensazione dei possibili danni provocati dalla nave gasiera. Un’operazione, questa della compensazione, che invece non riuscì ai livornesi i quali, piccati per essere rimasti a bocca asciutta, non hanno cessato di formare comitati e organizzare proteste contro il rigassificatore. Giuseppe Meucci