Neonato deceduto all'Opa, l' Asl replica: "E' morto nella pancia della mamma"

Il primario dell'area materno-infantile, Antonio Ragusa, spiega che la giovane massese ha avuto un distacco massivo di placenta di Michela Monti

Reparto maternità (foto Germogli)

Reparto maternità (foto Germogli)

Massa, 29 luglio 2015 -  «Il neonato è morto prima di nascere e non dopo il taglio cesareo. Abbiamo fatto tutto il possibile». Con una breve nota stampa, il direttore dell’area materno infantile dell’Asl di Massa, Antonio Ragusa, precisa quanto accaduto domenica sera all’Opa mostrando grande vicinanza alla famiglia per la tragedia che sta affrontando. Secondo la ricostruzione del primario, che non era presente in quei tragici minuti, la giovane donna massese arrivata in ospedale all’ottavo mese di gravidanza con dei dolori, ha avuto un distacco massivo di placenta. «Il distacco massivo di placenta può portare anche a un evento avverso nei confronti della madre – spiega il medico –. Dal momento in cui la signora è giunta nel nostro pronto soccorso sono stati eseguiti tutti gli accertamenti necessari che hanno consentito la diagnosi. Tutte le procedure sono state eseguite secondo i protocolli previsti in questi casi».

Nessun errore medico secondo Ragusa quindi ma una complicazione della gravidanza gestita nel migliore dei modi possibile visto che anche la mamma avrebbe potuto perdere la vita. Non solo, il primario, nella nota, specifica che è stato fatto tutto il possibile anche per il neonato. «Nonostante i tentativi di rianimazione, da parte dei neonatologi e degli anestesisti presenti, praticati con tutte le tecniche possibili, non è stato possibile salvarlo – dice Ragusa – L’ evento che si è verificato è stato imprevedibile e imprevenibile». Ma evidentemente le spiegazioni date dai sanitari ai due genitori non sono bastate. Per questo sono stati chiamati quella sera i carabinieri e sarà a questo punto la magistratura a verificare se davvero tutto è stato compiuto nel rispetto delle procedure previste. Per la giovane coppia quello di domenica doveva essere, anche se inaspettato, il giorno più bello della loro vita.

Sarebbe nato il loro primo bambino così tanto desiderato e concepito con amore.  E invece quel parto medicalizzato che a confronto di tanti altri grandi interventi è considerata dai medici una procedura di routine viste le tecniche raggiunte negli anni, si è trasformato in un incubo. In corsia urla e grida di dolore, persino il malore della madre di lui che tutt’ora versa in condizioni critiche. L’autorità giudiziaria ha disposto il sequestro della sala operatoria e della cartella clinica della donna. Con molta probabilità, già in queste ore, potrebbe essere eseguita l’autopsia sul corpicino del neonato. Solo questo tipo di esame potrà stabilire con certezza il momento in cui è deceduto il piccolo. Quello che è certo è che il dolore per una perdita così tragica non potrà scomparire nelle aule di un tribunale.