'Spectre': fascino immutato e intramontabile, ma...

La recensione dell'ultimo film della saga a cura di Marco Andreini e Filippo Ciuffi

Spectre di Sam Mendes

Spectre di Sam Mendes

Lucca, 11 novembre 2015 - Un misterioso messaggio da parte della defunta M costringe James Bond a partire verso una nuova missione. I primi indizi lo porteranno ad una segretissima riunione: ha appena scoperto l'esistenza di una sinistra organizzazione quando una voce lo smaschera.. "Benvenuto James, è passato tanto tempo..." Ancora una volta si parte con l'azione sfrenata, bellissima la sequenza di apertura nella affollata Città Del Messico. Seguiranno Roma, Montagne Austriache, Marocco e, ovviamente, Londra. Accompagneremo Bond in un lungo e variopinto viaggio con locations da far invidia ai depliant turistici. La scena intravista nel Trailer in cui Bond ha il suo primo incontro con la Spectre è studiata al dettaglio, davvero memorabile e di grande intensità. Lo stesso vale per le scene d'azione, sempre girate in grande stile. Inizialmente il film è davvero coinvolgente e il rodato regista è riuscito a creare un senso di ignoto e mistero che tiene incollati.

Si continua con una parte centrale più lenta con un ritmo che oscilla tra brusche accelerazioni e altrettanto bruschi rallentamenti ma che funziona, almeno fino a poco oltre la metà: Spectre soffre di una durata eccessiva (149min, il più lungo dell'intera Saga) e ha un epilogo interminabile tanto da farsi addirittura pesante nonostante di fatto si tratti di scene per lo più di azione. Una gestione del finale che va troppo per le lunghe. Trama: alti e bassi, perché i colpi di scena sono veramente pochi e uno in particolare, tanto importante da risultare decisivo, è quanto di più prevedibile ci possa essere. Imperdonabile. C'era tanta attesa poi per il ritorno di uno storico nemico, Blofeld, interpretato per la verità da un non convincente Christoph Waltz: il potenziale dell'attore è indiscutibile ma stavolta sembra soffrire dell'etichetta da cattivo di turno che Hollywood gli ha affibbiato. Proprio non riesce ad intimorire ed è quasi marginale.

Dave Bautista ci regala qualche istante di pura 'quantità' più che di qualità, eufemisticamente parlando, e purtroppo è ben lontano da quella che esattamente un anno fa fu la sua miglior performance (Drax - Guardians Of The Galaxy), complice anche un indegno copione (una parola, e non vi dirò quale). Il nuovo M (Ralph Fiennes) non fa del tutto rimpiangere Judi Dench e Léa Seydoux piace e soprende. E poi.. Poi c'è Lui, Daniel Craig, il nostro James Bond: l'ormai 47enne dagli occhi di ghiaccio incarna ancora una volta il perfetto mix di eleganza e fisicità che lo caratterizza risultandone un personaggio tanto freddo e distaccato quanto sempre, incredibilmente, affascinante. Tuttavia qualcosa è cambiato in questo Spectre e l'attore è apparso esausto, svigorito, così come il suo Bond dopo le innumerevoli difficoltà. La sensazione è che il 24esimo Film di 007 chiuda un ciclo iniziato anni fa proprio con Daniel Craig. Ma se con Skyfall si raggiungeva un traguardo, con Spectre non si è riusciti a chiudere col botto. Voto 6,5 Ps: per favore, in futuro, fate doppiare la Bellucci da chiunque ma non da se stessa!

A cura di Marco Andreini e Filippo Ciuffi di Project Movie su Facebook