Esorcismi «intimi» scoperti dalle «Iene». La magistratura ora apre un’inchiesta

Nuovi sviluppi sul caso di don Filippo Bellini smascherato in tv

Il prete 'smanaccione' (Le Iene)

Il prete 'smanaccione' (Le Iene)

Lucca, 7 ottobre 2014 - Il procuratore capo della Repubblica di Pistoia, Paolo Canessa, ha aperto un fascicolo per accertare se sussistano ipotesi di reato nelle immagini trasmesse il 1° ottobre scorso della trasmissione televisiva Le Iene. Si tratta dell’ormai noto caso del cosiddetto prete smanaccione e delle sue benedizioni piuttosto «intime», motivate da una sorta di esorcismo. Al momento, va ribadito, non esiste alcun iscritto nel registro degli indagati, ma il dottor Canessa vuol vederci più chiaro. Sarà uno dei suoi sostituti procuratori a svolgere indagini su don Filippo Bellini, ex parroco di Castelmartini, nel comune di Larciano, che già era stato trasferito a Fauglia in provincia di Pisa e infine mandato dal vescovo di San Miniato (competente per l’area del Montalbano) a compiere esercizi spirituali «forzati». Le Iene di Mediaset, coadiuvate dall’investigatore privato lucchese Renato Bianchi l’hanno filmato e mostrato a tutta Italia mentre in canonica palpeggiava nelle parti intime un uomo. Tutto è partito dalla denuncia di una coppia che doveva risolvere alcuni problemi: il prete, durante lo strano rito, approfittava per palpeggiare il marito, con la «motivazione» che in lui sarebbe stato il problema da risolvere per far tornare le cose a posto e gli organi genitali sarebbero risultati il punto sui quali meglio intervenire. La «terapia» si chiudeva con l’invito dell’ecclesiastico a non andare a raccontare quanto era accaduto in quei frangenti. 

«Rimanga tra di noi, visto che si tratta di questioni delicate», si era raccomandato. Le Iene sono quindi entrate in campo con un «attore» (Renato Bianchi) che, fingendosi persona bisognosa di assistenza spirituale, ha ricevuto a sua volta attenzioni decisamente particolari. La burrasca non si è fatta attendere: la troupe di Mediaset, guidata dalla iena Andrea Agresti, peraltro di origine pistoiese, era stata vista inseguire il prete per chiedergli spiegazioni. Il passaggio a Fauglia di don Bellini pare non fosse legato a tale vicenda. Il sacerdote era stato trasferito per ragioni di nuova organizzazione pastorale e per fermare quel continuo via vai di gente che si rivolgeva a lui per guarigioni, dato che non è e non risulta mai essere stato un esorcista. Il vescovo di San Miniato, Fausto Tardelli, ha annunciato di voler trattare il caso la massima severità, definendo gli atti del prete come «riprovevoli e indegni». Ora don Filippo rischia la riduzione allo stato laicale: un procedimento in tal senso sarebbe già stato avviato. Fino a revoca del mandato rimane comunque parroco di Fauglia, dove si era trasferito con i genitori. Ora la mossa della procura pistoiese, che potrebbe aprire nuovi scenari.  Marco A. Innocenti