Allarme siccità, primi rincari per frutta e verdura

Tour fra i banchi del mercato in piazza di Cavallotti

Il mercato (foto Novi)

Il mercato (foto Novi)

Livorno, 23 giugno 2017 - Il rischio di emergenza idrica era nell’aria già da mesi e, da qualche giorno, è stato dichiarato ufficialmente lo stato di calamità naturale. Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha infatti firmato nei giorni scorsi il documento che attesta ufficialmente lo stato di allarme rosso per la siccità in tutta la regione e che chiede aiuto ai sindaci affinché emettano ordinanze specifiche per gli usi non necessari di acqua, come ad esempio il lavaggio delle auto.

E i primi effetti negativi dell’emegenza iniziano già a vedersi. Abbiamo fatto un giro tra i banchi del mercato ortofrutticolo di Piazza Cavallotti a Livorno e, anche se con cautela e senza grossi drammi, i commercianti esprimono qualche perplessità e non poca paura. «Per adesso la situazione è ancora sostenibile, non ci sono aumenti sensibili e andiamo avanti come al solito ma, soprattutto tra i contadini da cui ci riforniamo, comincia ad esserci il sentore che le cose stanno per cambiare», spiega Massimo Barbieri da dietro il suo banco di frutta e verdura.

"Alcuni aumenti li abbiamo già visti, i meloni per esempio sono raddoppiati di prezzo e i pomodori iniziano a scarseggiare". Altro banco ma stessa identica situazione. «La merce c’è ancora anche se c’è meno scelta ma matura troppo velocemente», fanno eco Michela e Roberto Ceccherini.

"I prodotti più a rischio sono l’insalata, i pomodori, le pesche. E anche con la merce che solitamente arriva dall’estero non va meglio perché in Spagna, ad esempio, non piove da mesi e anche gli altri distributori sapendo che in Italia c’è lo stato d’emergenza hanno alzato i prezzi".

E non manca una piccola lamentela verso lo Stato, colpevole di non essere abbastanza presente in caso di emergenza. "Paghiamo 2000 euro ogni anno di tasse per uno spazio piccolissimo – è lo sfogo di Ceccherini – e quando poi capitano situazioni di calamità naturale come in questo periodo non abbiamo nessun sostentamento".

E se i commercianti cercano comunque di essere ottimisti e a non farsi prendere dal panico l’aria che tira all’ingrosso ortofrutticolo non è delle migliori. "Il clima inizia ad essere teso, purtroppo – racconta Marco Barbieri – i grossisti e i fornitori sono seriamente preoccupati per il futuro e se non piove penso che andremo avanti al massimo fino a luglio poi la situazione si farà più seria". Dello stesso parere anche Cintio Bruno, conosciuto in piazza Cavallotti come il corsaro, preoccupato perché «la frutta sta maturando troppo velocemente e anche la qualità ne risente.