Maleducazione parlamentare

Il vicedirettore della "Nazione" risponde ai lettori

Il vicedirettore de La Nazione, Mauro Avellini

Il vicedirettore de La Nazione, Mauro Avellini

Firenze, 3 ottobre 2015 - CARO DIRETTORE, ho visto una grillina infuriata che rispondeva a vergognosi gesti sessisti che il senatore Barani le aveva appena rivolto. Ma dobbiamo ancora assistere a immagini del genere? Quale esempio i nostri parlamentari danno alle giovani generazioni? E’ una storia che succede solo da noi e che deve finire. Massimo R., via mail

 

NON C’È BISOGNO dei grillini per ricordarci che la società civile continua ad essere migliore della casta dei politici. La storia delle risse in Parlamento inizia da lontano. Cominciarono comunisti e monarchici durante i lavori dell’Assemble costituente ma botte, insulti, spintoni hanno contrassegnato tutte le stagioni della storia repubblicana. Nemmeno paesi come il Giappone sono immuni da sceneggiate del genere, ma l’escalation tricolore ha attraversato ogni nefandezza, passando dalla famosa mortadella per Prodi alle plateali oscenità, come quelle di ieri. Ciò che sorprende è che tra i politici l’ilarità quasi sovrastava l’indignazione e l’immarcescibile Barani poteva già discolparsi prima dell’ennesimo «processo». Più che soffermarsi sulla natura dell’offesa, se più sessista o più diffamante, più indecente o più cafona, sarebbe opportuno che la «casta» riflettesse sull’immagine che offre di sé. Nelle stesse ore un preside di periferia insegnava agli studenti a dire tutte le mattine «buongiorno». Bella differenza con i politici.