Variante Aurelia senza mano d’opera spezzina. "Dovete assumere anche nostri lavoratori"

‘Invito’ di Carassale (Cgil) all’azienda costruttrice alla vigilia della ripresa del cantiere

GRANDI OPERE Il cantiere della Variante Aurelia alla Pieve. Nel tondo, Gianni Carassale (Fillea-Cgil)

GRANDI OPERE Il cantiere della Variante Aurelia alla Pieve. Nel tondo, Gianni Carassale (Fillea-Cgil)

La Spezia, 18 aprile 2015 - LA VARIANTE Aurelia non parla spezzino sotto l’aspetto occupazionale. L’opera che doveva essere una grande speranza per la mano d’opera locale, sta deludendo le aspettative. Alla ripresa del cantiere, seppur con il contagocce, le liste dei disoccupati del Golfo sono rimaste tali e quali. La situazione desta preoccupazioni nell’ambito del sindacato locale e al tempo stesso auspici di un cambiamento di rotta. «Non possiamo certo scatenare una guerra tra poveri – afferma Gianni Carassale (Fillea Cgil) – speriamo che nel futuro, quando il cantiere andrà a regime, ci sia posto per tanti nostri lavoratori, oltre che attività e forniture appannaggio dell’indotto. La crisi ha colpito duro alla Spezia. Abbiamo molta mano d’opera specializzata che non trova occupazione. La Variante era considerata una valvola di sfogo, ma ad oggi non ci sono risultati confortanti». L’affondo di Carassale arriva a pochi giorni dall’assunzione annunciata di una trentina di addetti che andranno ad aggiungersi ad altrettanti lavoratori entrati in servizio tra il vecchio e il nuovo anno.

Dopo due anni di stop, a causa della crisi finanziaria che aveva colpito la Coestra di Firenze (in associazione di impresa con la lombarda Secol), la Variante Aurelia è alla ripartenza. L’opera è stata ora affidata dall’Anas alla Toto Costruzione di Chieti. Quest’ultima ha avviato l’allestimento dei cantieri. Secondo quanto afferma il sindacato, ai primi di maggio, se tutto fila liscia, l’intervento dovrebbe riprendere in grande stile. L’ulteriore allungamento dei tempi è dovuto in queste settimane alla burocrazia dell’approvazione di alcune varianti indispensabili per consentire a Toto di riprendere in mano il progetto. Le organizzazioni dei lavoratori sperano che non ci si metta di mezzo la recente ‘crisi’ ai vertici dell’Anas e che il tempo del via ai lavori sia imminente. «Quando il cantiere lavorerà a regime – aggiunge Carassale – si può ipotizzare la presenza di oltre centro addetti. L’azienda ci ha già comunicato l’intenzione di lavorare su quattro turni di otto ore, quindi senza sosta. E’ una buona soluzione perché si eviteranno straordinari massacranti e ci saranno più possibilità di assunzioni nei tre anni di lavori». Il tratto di Variante Aurelia dal Felettino agli Stagnoni è lungo in tutto dieci chilometri, per la maggior parte in galleria. I passaggi sotterranei sono sette, di cui sei naturali e uno artificiale, lunghi circa un km ciascuno. La complessità del territorio ha richiesto l’apertura di cinque fronti di cantiere: Felettino, Buonviaggio, Pieve, ex Fornaci e Melara. Al Felettino ha preso corpo l’accesso alla galleria. A Buonviaggio sono già state realizzate tutte le opere propedeutiche al tratto stradale. È stato perfino spostato un metanodotto. Alle ex Fornaci sono aperte le due bocche di galleria. A Limone e Melara previste le infrastrutture per le salite al raccordo.

M.P.