La Maturità taglia l'Italia in due

La Lettera

L'editorialista de La Nazione Marcello Mancini

L'editorialista de La Nazione Marcello Mancini

CARO DIRETTORE, i dati del ministero dicono chiaramente che gli studenti più bravi (premiati con 100 e lode) sono quelli di Puglia, Campania, Sicilia. Insomma del Sud. Proprio quel Sud dove invece la disoccupazione giovanile è a livelli altissimi. Ma allora la scuola non è lo specchio della società? O sono i professori di manica troppo larga?

Mario Fabbrini, Barga

Risponde il direttore Marcello Mancini

CARO MARIO, non credo molto al significato statistico dei numeri della Maturità. Però alle sue considerazioni sulle regioni del Mezzogiorno, aggiungo che in Sardegna si boccia di più e questo conferma una difficile (e arbitraria) interpretazione. Tanto più che non sottovaluterei la diversità del giudizio da parte dei professori che potrebbero - senza nulla togliere alla capacità dei ragazzi - essere di «manica larga». Lei nota la dissonanza fra la bravura degli studenti meridionali e il loro alto tasso di disoccupazione, che però li unisce ai coetanei un po’ di tutta Italia. E poi: se nei licei si sono registrati i risultati migliori, significherebbe che la maggioranza dei giovani diplomati non è ancora pronta per il mondo del lavoro, dovendo transitare dall’Università. Insomma, va bene fotografare i risultati dell’esame di Stato, ma mi fermerei all’analisi puramente statistica. Lo scenario sociale dipende da troppi, variabili fattori. Questo non toglie che i nostri giovani, Maturità o no, si meritino molto di più di quanto il nostro Paese è oggi in grado di dare.