Acquistavano vino e olio pagando con assegni a vuoto: denunciati due anziani

Uno si trovava agli arresti domiciliari

La polizia sul posto

La polizia sul posto

Grosseto, 28 giugno 2015 - Le ore libere dalla detenzione domiciliare le trascorreva spesso, secondo quanto ricostruito dalla polizia, truffando alcune aziende agricole. Peccato che lui, 68 anni, deve scontare fino al 2017 una condanna per frode. Mentre il suo complice, un settantasettenne, era libero. Entrambi sono stati denunciati per concorso in truffa. In sostanza i due anziani si erano organizzati, anzi forse è meglio dire improvvisati rivenditori di vino e olio. Si presentavano nelle aziende agricole per comprare la merce. La prima volta pagavano in contanti. Acquisita la fiducia si ripresentavano per un acquisto più consistente, cento o duecento bottiglie al massimo, il cui importo veniva coperto con un assegno che saldato quasi per intero.

Al terzo passaggio, invece, i due grossetani facevano una vera e propria scorta, acquistando olio e vino per importi fino a 2.500 euro. Per pagare lasciavano assegni che secondo quanto ricostruito dagli agenti, non venivano poi coperti. La merce veniva poi piazzata in bar e ristoranti, presumibilmente al «nero». Un sistema che piano piano, però, è stato scoperto e che ha insospettito alcuni produttori. Anche i titolari di un’azienda agricola che si trova nella zona di Gavorrano. Qui la coppia di improvvisati commercianti si è presentata una prima volta acquistando poche bottiglie e pagandole in contanti. Poi il secondo rifornimento e il terzo. Ma sono nati i primi sospetti dei proprietari. Quando i due uomini, dopo alcune disavventure, sono riusciti a ripartire dal podere con il furgone carico, sono stati fermati dai poliziotti. La merce è stata controllata e soprattutto è stato perquisito il furgone, dove gli agenti hanno trovato fatture di acquisto da aziende che si trovano in provincia di Grosseto, ma anche in altre zone della Toscana. Ai due uomini è stato sequestrato un carnet di assegna, tra i quali è stata trovata la matrice di quello, pare scoperto, che era stato consegnato ai titolari dell’azienda. Oltre la denuncia per concorso in truffa, per il sessantottenne dovrebbe scattare la segnalazione al Tribunale di sorveglianza in merito a come impiegava il tempo nelle ore in cui gli era concesso di stare fuori dal domicilio abituale.

Cristina Rufini