Sub morti, verità dal compressore

Via agli esami sulle trenta bombole utilizzate alle Formiche. La Procura a 'caccia' del monossido NELLE BOMBOLE MONOSSIDO DUE VOLTE IL CONSENTITO / IO MIRACOLATO / IL FUNERALE DEL DOTTOR GIAIMO - FOTO / ENRICO CIOLI E GIANLUCA TREVANI - FOTO / I RISULTATI DELLE AUTOPSIE / LA TESTIMONIANZA / "HO FORNITO IO LE BOMBOLE AI SUB"

I tre sub morti alle Formiche: Giaimo, Cioli e Trevani

I tre sub morti alle Formiche: Giaimo, Cioli e Trevani

Perugia, 25 agosto 2014 - IL SOSPETTO è che, seppur in concentrazione minore, anche altre delle bombole usate dai sub umbri durante la tragica immersione alle isole Formiche di Grosseto vi fosse monossido di carbonio. Saranno adesso le analisi tecniche a svelare se si tratta soltanto di un’ipotesi o se invece diverrà una certezza sostenuta da dati scientifici ineluttabili.

LA PROCURA di Grosseto, che indaga sulla morte di Fabio Giaimo, Enrico Cioli e Gian Luca Trevani nelle acque di fronte a Talamone, ha infatti dato mandato alla Siad di Orio di Sopra (Bergamo) di estendere a tutte e trenta le bombole utilizzate dalla spezione umbra gli accertamenti già effettuati sulla strumentazione in dotazione ai tre sub deceduti il 10 agosto scorso. Accertamenti che inizieranno a partire da oggi, con l’obiettivo di chiarire in tempi brevi a quali rischi (potenzialmente mortali) è stato sottoposto inconsapevolmente chi si è immerso alle Formiche quel maledetto giorno utilizzando le bombole fornite dal diving Abc di Andrea Montrone, al momento l’unico indagato con la pesantissima accusa di omicidio colposo plurimo.

I SUB di «Thalassa», il gruppo che ha organizzato l’immersione in Toscana, hanno sempre sostenuto che i sintomi accusati durante la perlustrazione dei fondali marini anche da parte dei sopravvissuti siano stati a dir poco anomali, tali da far propendere anche nel loro caso per l’avvelenamento, seppur non fatale.

PARALLELAMENTE, le indagini puntano ad appurare un altro aspetto determinante della vicenda, ovvero come il monossido di carbonio letale sia finito all’interno delle bombole. Due le ipotesi attualmente al vaglio degli inquirenti: un malfunzionamento del compressore usato da Montrone per ‘rabboccare’ o un errore umano nella manovra, compiuta dallo stesso titolare del diving toscano quando la comitiva era già salita sulla barca e stava raggiungendo il luogo deputato alll’immersione.

LA PROCURA di Grosseto ha comunque intenzione di mettere insieme tutti i pezzi di un puzzle ancora pieno di zone d’ombra e arrivare a stabilire come sono andate davvero le cose alle Formiche entro la fine del mese. A quel punto, con tutti i referti delle analisi a disposizione, sarà possibile attribuire eventuali responsabilità nel contesto di un dramma che ancora provoca un gran dolore in tutta la comunità umbra.