Spara al ladro, l’ex agente dal giudice

Interrogatori anche per i quattro malviventi arrestati. Uno sarà sentito in ospedale

L’ex agente di pubblica sicurezza Bruno Poeti

L’ex agente di pubblica sicurezza Bruno Poeti

Grosseto, 10 febbraio 2016 - E’ rinchiuso nel carcere di via Saffi Bruno Poeti, 64 anni, accusato di tentato omicidio dopo avere sparato ai ladri, colpendone uno, nelle prime ore di lunedì. Questa mattina sarà interrogato dal giudice per le indagini preliminari Marco Bilisari, al quale dovrà raccontare la sua versione dei fatti. Quella già spiegata agli investigatori che stanno cercando di ricostruire che cosa è accaduto in via del Querciolo, nella proprietà di Poeti.

«E’ tranquillo e sereno – spiega il suo avvocato Adriano Galli – Ha raccontato quanto accaduto e su cui peraltro ci sono conferme su quanto recuperato». Poeti, agente di pubblica sicurezza che si è congedato nel 1976 e che non ha mai prestato servizio in città, è stato svegliato dai due pastori maremmani che fanno la guardia. Quando è uscito, così come si trovava, spaventato, si è trovato davanti i ladri. Tre, il quarto lo avrebbe notato dopo.

Uno gli ha tirato addosso una torcia lampeggiante da cantiere, un altro aveva in mano una spranga, avrebbe raccontato Poeti. Lui quando ha capito che gli stavano portando via l’auto che aveva le chiavi inserite, ha sparato con la sua pistola regolarmente denunciata, una 7.65. Tre colpi, uno quando i ladri erano ancora fuori e gli altri due, in aria, quando stavano fuggendo con la sua Fiat Punto azzurra. C’è da capire come quel proiettile abbia raggiunto all’addome uno dei ladri, Ion Nicolai Farcas, romeno di 38 anni, che è ancora ricoverato all’ospedale di Grosseto, anche lui in stato di arresto e anche lui oggi sarà interrogato dal giudice Bilisari.

Gli altri tre complici sono invece rinchiusi nel carcere di Sollicciano. Non è escluso che servirà una perizia balistica per ricostruire la traiettoria dei proiettili che comunque sono stati tutti e tre recuperati. Secondo il racconto di Poeti, il primo colpo lo avrebbe sparato con la pistola puntata a terra, e potrebbe avere colpito il ladro di rimbalzo, all’addome e poi fuoriuscito dalla schiena. Oppure il contrario. «Punto fermo – ha spiegato l’avvocato Galli – è che i due fori sono ad altezze diverse». Poeti era solo quella sera in via del Querciolo, la compagna romena, infatti, in questo momento non si trova in Italia. La banda di ladri era arrivata al suo terreno dopo una serie di razzìe tra Massa Marittima e Grosseto. A Poeti avevano deciso di rubare l’auto con la quale hanno tentato di fuggire, finendo però in un fosso dopo qualche centinaio di metri.

Cristina Rufini