Un libro per raccontare lo scrittore Luciano Bianciardi

E' stato presentato in anteprima al Cassero di Grosseto in occasione del festival «Piazzalibri»

Irene Blundo con Isaia Vitali

Irene Blundo con Isaia Vitali

Grosseto, 11 maggio 2015 - Lo scrittore maremmano Luciano Bianciardi raccontato da chi lo ha conosciuto e ha condiviso con lui le esperienze del cineclub e del bibliobus. Il libro «Bianciardi d'essai» scritto dalla collega Irene Blundo de La Nazione, inserito nella collana dei mitici «Millelire» di Stampa Alternativa inventati dall'eclettico Marcello Baraghini, è stato presentato in anteprima al Cassero di Grosseto in occasione del festival «Piazzalibri». In apertura il saluto dell'assessore alla Cultura del Comune di Grosseto, Giovanna Stellini, che ha definito il libro una «perla» per la capacità di raccontare con taglio da cronista e allo stesso tempo con sensibilità la vita di Bianciardi, la parte grossetana, meno conosciuta e indagata. È intervenuto il direttore editoriale di Stampa Alternativa, Marcello Baraghini, che ha ripercorso la storia dei «Millelire» e lanciato idee editoriali provocatorie. La scrittrice Roberta Lepri con abile regia ha dialogato con l'autrice rendendo frizzante e intensa la presentazione. Nel libro, Irene Blundo ha ripercorso insieme all'amico novantenne Isaia Vitali, che per 30 anni si è occupato di cronaca nera e giudiziaria nella redazione di Grosseto de La Nazione, i tempi del cineclub e del bibliobus. Erano gli anni Cinquanta.

È il periodo grossetano di Luciano Bianciardi, prima della tragedia miniera di Ribolla, prima della partenza per Milano. Alla testimonianza di Isaia Vitali, complice con il fratello Aladino dell'esperienza del cineclub, si affiancano altre voci: quelle di Maria Jatosti, compagna per vent'anni di Luciano, e del fotoreporter Mario Dondero. Alla presentazione al Cassero ha partecipato anche Isaia, che ha conosciuto Bianciardi alle conferenze letterarie alla biblioteca comunale Chelliana di Grosseto. La grande sfida fu creare il circolo del cinema. «Mi faceva quasi rabbia quel suo bel parlare. Quando la domenica mattina Luciano raccontava i registi e i film a una trentina di soci del nostro cineclub, all'Odeon di via Roma, mentre camminava con le mani in tasca - racconta Isaia - la sua proprietà di linguaggio incantava. A vederlo così disinvolto sembrava che quei registi, quei film, visti insieme con me e Aladino il venerdì notte, lui li conoscesse da anni. E la platea di animatori di pellicole d'essai lo ascoltava rapita». La scrittrice Roberta Lepri ha sottolineato l'aspetto rivoluzionario di Bianciardi nel portare cinema e letteratura anche nelle zone più periferiche. Il bibliobus era infatti un furgone allestito con scaffali e libri di ogni tipo, guidato persino da Carlo Cassola, con cui lo scrittore de «La vita agra» girava la provincia, fermandosi spesso nei paesi dei minatori. Alla domanda: Come descriveresti Bianciardi a un giovane che non lo conosce? Irene ha iniziato la risposta così: Luciano è uno scrittore che parlando di calcio diceva «Il fuorigioco mi sta antipatico come tutte le regole che limitano la libertà di movimento e di parcheggio». Per la presentazione, molto partecipata, è stata realizzata una simpatica caricatura da parte della designer Dominga Tammone. Il libro verrà presentato anche in altre città prima di approdare al Festival della letteratura resistente di Pitigliano.