Giacomo e Sarah, un calcio alla crisi. «E noi alleviamo le lumache»

Erano senza lavoro: adesso hanno anche un negozio. Il primo del genere

Allevamento di lumache (Aprili)

Allevamento di lumache (Aprili)

Grosseto, 1 agosto 2014 - GIACOMO e Sarah, probabilmente, il Jobs Act non sanno nemmeno che roba è. Invece di aspettare la legge per il lavoro hanno deciso di inventarsi qualcosa per mandare avanti la famiglia. La storia è bella. E nello stesso tempo strana. E di mezzo c’è l’acqua. Sì, perché in una piovosa giornata di novembre, Giacomo Vignali, 33 anni, geometra «senza timbro» e Sarah Tamberi, 35 anni e qualche anno di liceo artistico alle spalle, decidono di tentare l’elicicoltura. Che, detta così, sembrerebbe una parolaccia. E che invece è la tecnica per allevare le lumache. Una decisione fulminea che gli fa chiudere l’agriturismo-affittacamere preso alle porte di Grosseto e gli fa iniziare un percorso diverso. L’arrivo a Campagnatico è la logica conseguenza: Giacomo (originario proprio del paese del palio dei ciuchi) si interessa per mettere in piedi un allevamento di lumache.

E proprio nella zona di Manzinello ce n’è uno dismesso da tempo che ha solo voglia di essere rimesso in piedi. Giacomo e Sarah non battono ciglio: l’affare è fatto, soprattutto quando gli viene detto che in quella terra c’è acqua in abbondanza. L’acqua, già. Il lungo iter burocratico inizia e grazie all’intervento decisivivo di Filippo Chiarelli, giovane architetto campagnatichese, l’azienda inizia a prendere forma. Ma non solo. Propio in paese, nel cuore del rione Pieve, Giacomo e Sarah decidono anche di spingersi oltre. E di aprire il primo negozio («La bottega delle lumache») in Maremma che commercializza il prodotto. E forse in Toscana. Sorridono. Perchè hanno capito che, comunque vada, possono dire di averci provato. «L’istituto internazionale di elicicolutura di Cherasco — inizia Giacomo — ci ha praticamente aperto la strada. Avevamo solo bisogno del terreno, al resto ci hanno spiegato tutto».

L’ettaro e mezzo che ospita i due tipi di lumache (la riganella e la chiocciola mediterranea - più grossa) è già stato allestito. Così come le recinzioni necessarie per tenere lontane gli animali che amerebbero cibarsi di lumache, come rapaci, insetti predatori. Senza dimentica cinghiali e caprioli. Che per entrare in recinti con radicchio fresco e ben curato farebbero qualsiasi cosa: «I nostri prodotti sono biologici al 100% — dice Sarah — abbiamo piantato nelle recinzioni bietole e erbe, ma anche radicchi, cavoli e qualche girasole. Tutto questo per ricreare l’habitat biologico e far sì che il ciclo delle lumache si concluda». Diciotto mesi dall’inizio fino al primo raccolto, che sarà sicuramente l’estate prossima visto che le lumache vanno in letargo da settembre fino ad aprile». Il guadagno? «E’ assicurato — dicono — anche perché il consorzio ritira il prodotto se non dovessiomo riuscire a piazzarlo». Ma Giacomo e Sarah non hanno intenzione di fermarsi. Perché, con un prodotto del genere, le prospettive sono infinite. «Cercavamo qualcosa di particolare — dicono — che ci intrigasse.

E le lumache sono perfette». ma in pentola bollono altre cose: «A Campagnatico ci sono dei grandi mangiatori — sorridono — e pian piano si stanno avvicinando aanche quelli più diffidenti. Perché le nostre sono lumache controllate e biologiche. Cosa vogliamo fare? Inanzitutto vogliamo ringraziare Filippo (l’architetto Chiarelli ndr.) e l’istituto di Cherasco — chiosa Sarah —. Poi l’idea principale è quella di creare una lumaca rigatella autoctona, che nasca e si riproduca qui da noi. Ma in paese abbiamo anche in mente di realizzare un piccolo museo della louma a e riprodurre in piccolo il nostro allevamento. magari per entrare nel circuito delle scuole per far conoscere un prodotto del territorio. Ma anche riuscire, nella nostra bottega, a cucinare la lumaca per venderla». E, perché no, farsi conoscere. E magari entrare nel circuito enogastronomico di un prodotto di nicchia che sta avendo successo. Basta aver voglia di scommetterci. Come hanno fatto Giacomo e Sarah.