Il «buco nero» dell’ex Garibaldi, Bonifazi: «Il mio impegno per restaurarlo»

Il sindaco si pone come obiettivo di fine legislatura il recupero dell’ex orfanotrofio abbandonato da decenni nel degrado a due passi dal centro storico e la stazione. Le ipotesi

L’ex orfanotrofio Garibaldi: una «ferita» a due passi dal centro di Grosseto

L’ex orfanotrofio Garibaldi: una «ferita» a due passi dal centro di Grosseto

Grosseto, 5 settembre 2015 - Non solo vecchio ospedale. il rush finale dell’amministrazione Bonifazi porterà anche alla completa ristrutturazione dell’ex Garibaldi. La struttura che si trova tra via Mameli e via Fucini, a due passi dal centro storico, è uno dei «buchi neri» della città ormai da molti anni. Da circa dieci anni, infatti, versa nel più totale abbandono, non soltanto il palazzo (in parte anche crollato), ma atutto il giardino circostante che è diventato rifugio di senzatetto e prostitute. Emilio Bonifazi, però, ha in mente qualcosa. «Mi piacerebbe chiudere il mio mandato con un progetto serio per l’ex-Garibaldi - dice il primo cittadino, in questi giorni bersaglio preferito delle critiche dopo l’avvio della demolizione del vecchio ospedale di via Saffi - e credo che alla fine ci riusciremo». «L’ex Garibaldi fino a dieci anni fa era aperto - prosegue Bonifazi - e non ha problemi strutturali come aveva l’ex ospedale di via Saffi. A parte qualche zona pericolante, per il resto il corpo centrale della struttura è integro. In questi giorni avevamo presentatato un progetto di rifacimento del tetto con le travi inferro, redatto dai nostri architetti e ingegneri, ma ci è stato bocciato dalla sovrintendenza di Siena, perché il palazzo ha un vincolo storico-artistico e quindi deve rispettare determinati canoni. Mi aspetto in questi mesi anche delle idee per riqualificare una zona che ha assolutamente bisogno di vedere una nuova luce, a fronte anche dei problemi che si sono verificati in questi ultimi mesi». Bonifazi prosegue: «Mi sembra che in questa città sia uno sport cercare la polemica a tutti i costi. Abbiamo cercato di risolvere il problema nel vecchio ospedale di via Saffi, dove adesso ci sono 45mila metri cubi che possono essere sfruttati. Mi piacerebbe indire un concorso di idee per una valutazione complessiva del manufatto che potremo anche decidere di costruire dove adesso non c’è nulla. Ma dirci che non dovevamo demolire mi sembra una sciocchezza».