«Vogliono mandarmi via da qui». Una petizione per salvare Mustafà

Il senegalese fa l’ambulante da 28 anni in via Einaudi. Mobilitazione

Mustafà con i fogli che raccolgono le firme dei cittadini che voglio aiutarlo (Foto Aprili)

Mustafà con i fogli che raccolgono le firme dei cittadini che voglio aiutarlo (Foto Aprili)

Grosseto, 24 settembre 2017 - Da ventotto anni anni lo trovi sempre lì. Ogni mattina. Con il suo banchetto a vendere borse, oggettistica e tutto quello che lui crede possa servire, di fronte al piccolo centro commerciale di via Einaudi che opsita il supermercato Simply. Si chiama Kaire Khadime Mustafà, senegalese, 57enne, ma ormai grossetano d’adozione. Mustafà (lo chiamano tutti così) è’ un venditore ambulante. Che ha deciso di fermarsi a Grosseto perché in questa città «si sta bene». O meglio, si stava bene. Sì perché dopo ventisette anni qualcuno ha deciso che non poteva più vendere la sua merce di fronte al supermercato. «E’ la legge, bellezza», potrebbe dire qualcuno. Indubbiamente. Ma la questione è un’altra. E’ che Mustafà è una persona perbene, che si è sposato a Grosseto con una sua connazionale, non ha mai dato noia a nessuno, lavora dignitosamente, ed è diventato una specie di amuleto anche per il supermercato. Tant’è che nei giorni scorsi, sotto input di qualche amico grossetano, ha iniziato una raccolta di firme. Lo ha fatto quasi per gioco ma i risultati sono stati incredibili.

IN POCHI giorni ha raccolto quasi trecento firme di grossetani, anziani e giovani. Che hanno voluto metterci la faccia nella petizione da spedire poi al sindaco Vivarelli Colonna. «Vogliamo che Mustafà rimanga qui» c’è scritto. «Guarda qui...», dice Mustafà indicando tutti i fogli con le firme. Poi inizia raccontare: «Sono arrivato a Grosseto il 22 giugno del 1989 dal Senegal e non me sono mai andato – dice con l’accento grossetano -. Ho sempre lavorato qui davanti al supermercato e adesso mi hanno detto che devo andarmene. Perché?». Un grido di paura che è stato accolto da tutti quei grossetani che vedono Mustafà come uno di loro: «Mi sono sposato e ho un figlio a Grosseto, abito qui vicino, ma da qualche anno mi sono ammalato – racconta –. Ho la pressione alta ma mi sto curando. Ho bisogno di continuare a fare il mio lavoro».

I PERCHÉ della richiesta sono semplici da capire. Mustafà non sa dove andare. Ma alle sue spalle ha un quartiere intero: «Mi hanno detto che fra qualche giorno mi porteranno dal sindaco che non conosco. Gli consegnerò queste firme perché io voglio rimanere qui. Non ho mai dato fastidio a nessuno e tutti questi amici sono con me». Niente ronde, in via Einaudi, come qualcuno chiede da tempo sfidando anche il buonsenso. Ci sono anche venditori ambulanti – e per di più extracomunitari - che possono fare del bene anche solo essendo cortesi. Mustafà è uno di questi. E allontanarlo come un vu cumprà qualsiasi non avrebbe senso.