La scomparsa di Francesca Benetti: "Bilella in silenzio per 38 anni su un omicidio? Non mi stupirebbe"

Il legale della famiglia Benetti sulla morte di un conoscente del custode. Verusio: "Dovrebbero riesumare i resti" / Riaperto il caso sulla morte di un conoscente di Bilella / La scomparsa di Francesca Benetti: da Bilella quasi 400 telefonate / I Ris confermano: è di Bilella il sangue trovato sulle sedia a Gavorrano IL VIDEO / Francesca, oltre alla droga trovati 5mila euro in casa di Bilella

l Ris al lavoro  nella tenuta di Potassa

l Ris al lavoro nella tenuta di Potassa

Grosseto, 12 settembre 2014 - «DOVREMO capire se c’è una strada scientifica per riesumare il cadavere ed eseguire alcune indagini». Il procuratore capo Francesco Verusio sta parlando del filone piementose che occupa uno spazio — circa 100 pagine — nell’ambito dell’inchiesta su Antonino Bilella, il custode di 70 anni, accusato di avere ucciso Francesca Benetti, il 4 novembre del 2013. Ma 38 anni, sinceramente ci sembrano troppi per poter accedere a esami su ciò che rimane di Canali. «Mi chiedo come sia stato possibile — conclude il procuratore — archiviare una simile morte senza eseguire l’autopsia». Non si spinge oltre Verusio. Anche perché l’azione d’indagine sul caso torinese spetta ad altra procura. «Noi dobbiamo concentrarci sull’inchiesta per la morte della Benetti», ha concluso il procuratore. Ma la notizia della riapertura del caso sulla morte dell’operaio 39enne di Pinerolo — trovato cadavere e con il cranio spaccato più di un mese dopo la sua scomparsa, ad agosto del 1976 — ha provocato reazioni a catena. «Fatti noti — ha dichiarato Francesca Carnicelli, uno degli avvocati che assiste Bilella, insieme ai colleghi Riccardo Lottini e al nuovo arrivato Bruno Leporatti — Così come ci sono note le conclusioni dell’esame medico legale: si tratta di una morte dovuta a cause naturali».

MA QUALCUNO tra i conoscenti comuni di Bilella e Canali, che era il proprietario dell’appartamento dove Bilella viveva all’epoca, non ne sarebbe convinto: tanto da segnalare ai carabinieri grossetani che stavano indagando sull’omicidio Benetti il fatto e probabilmente anche i motivi dei propri dubbi, sui quali vige il più stretto riserbo. «Sono in possesso di quattromila pagine d’indagine e più leggo più mi convinco che il custode era tutt’altro che un uomo ‘semplice’». E’ il commento dell’avvocato Agron Xhanaj, legale vicentino della famiglia di Francesca Benetti, sul filone d’indagine che porta in Piemonte nell’inchiesta sulla scomparsa della Benetti. «Può un uomo delle sue caratteristiche riuscire a farla franca dopo 40 anni per un altro fatto di sangue? La cosa — afferma il legale — non mi stupirebbe». Per Xhanaj, il custode è «senz’altro un uomo che cura i dettagli e dimostra una notevole capacita’ organizzativa. Leggendo gli atti si apprende ancora meglio che Bilella, dalle 11 alle 16.30 circa del 4 novembre 2013, è riuscito da solo a uccidere Francesca, a mantenere i contatti telefonici con i vicini per non destare sospetti, a recarsi a chilometri di distanza da Villa Adua per liberarsi del corpo utilizzando la Punto bianca che due giorni dopo intende rottamare e, prima ancora, ad applicare al lunotto del veicolo una pellicola scura».