Tragedia a Ponte Tura: è annegato il giovane finito nel canale

Eseguita l'autopsia sul corpo di Mattia Ferrigno: nessun segno di violenza. Le mani ancora 'strette' al volante / AUTO NEL CANALE, MUORE 27ENNE

Mattia Ferrigno

Mattia Ferrigno

Grosseto, 28 aprile 2015 - Era vivo Mattia quando è finito nel canale di irrigazione di Ponte Tura. I suoi polmoni si sono riempiti di acqua e la morte è sopraggiunta per annegamento. In poco tempo. Poi il suo corpo senza vita è rimasto nell’acqua del canale, circa due metri di altezza, per quattordici ore. E’ questa la prima, importante, risposta consegnata agli investigatori dopo l’esecuzione dell’autopsia, fatta ieri pomeriggio nell’obitorio dell’ospedale Misericordia. Tra sessanta giorni, il risultato degli esami tossicologici. Viene quindi confermata la prima ipotesi del decesso: l’annegamento. Ma perché Mattia Ferrigno, 27 anni, è finito con la sua Ford Fiesta in quel maledetto canale? Perché non ce l’ha fatta ad affrontare la curva al ponticello ed è andato dritto?

Domande che rimbombano prima di tutto della testa dei genitori, della fidanzata, degli amici che ieri non sono voluti mancare all’obitorio, ma che non hanno potuto vedere Mattia per l’ultimo saluto fino al tardo pomeriggio. Domande cui cercheranno di dare una risposta gli investigatori, il cui lavoro è coordinato dal sostituto procuratore Laura D’Amelio. Ma perché Mattia era finito in quella stradina senza sfondo, utilizzata soltanto da chi abita negli appartamenti poco distanti? Una domanda questa che rimarrà senza risposta. Soltanto lui avrebbe potuto spiegarlo.

La ricostruzione in base agli elementi attualmente in mano alla polizia è che il giovane, uscito di casa intorno alle 16.45 di sabato, si sia diretto subito in quella zona, «Fattoria Gabellieri», per arrivare proprio alla fattoria, preceduta da un ponticello. Deve però essere stato colto da un malore. Lo racconterebbero drammaticamente quelle mani rimaste incollate al volante. Chiuse a pugno. Probabilmente Mattia ha perso i sensi e di conseguenza il controllo della sua Fiesta. Oppure ha perso il controllo della vettura, è finito fuori strada ed è svenuto nell’impatto con l’acqua, rimanendo aggrappato al volante, impossibilitato a cercare scampo. L’unico altro dato a disposizione è il racconto di una donna che vive in quella zona, che ha dichiarato di aver visto sollevarsi un gran polverone poco dopo le 17 di sabato, proprio in quel punto. Che serve per fissare l’orario in cui può essere avvenuto l’incidente.

Il resto, l’annegamento, è avvenuto nel giro di qualche minuto. Per trovarlo, però, sono servite quattordici ore, dopo le 7 di domenica. Tantissime. Ma anche dopo un’ora sarebbe stato troppo tardi. Il giovane, che si era diplomato all’istituto agrario, viveva e lavorava con i genitori nell’azienda messa su a Podere Campana insieme al padre e alla madre, ex dipendenti della Mabro. Avevano deciso di reinventarsi un lavoro allevando fagiani. E lui li aiutava. L’altra sua grande passione la fidanzata, Andrea Savini, e il calcio: aveva giocato in terza categoria fino all’anno precedente. Poi lo stop, ma la passione immutata. Questa mattina la salma di Mattia lascerà l’obitorio del Misericordia alle 10, per fare ritorno a Baccinello, nel comune di Scansano, dove viveva e dove riposerà.

Cristina Rufini