Alessandro, quella voglia di emergere: "La Maremma? Preferisco Shanghai"

L’architetto lavora in Cina: "Là molte occasioni" / Cecilia, un lavoro in Sierra Leone

Alessandro Fusi

Alessandro Fusi

Grosseto, 31 agosto 2014 -  DA GROSSETO alla Cina con furore. Ma soprattutto passione, ambizione e voglia di emergere. E’ la storia di Alessandro Fusi, giovane architetto maremmano che da luglio ha lasciato Grosseto per intraprendere una nuova vita lavorativa in oriente. Precisamente a Shanghai. Dopo la laurea magistrale in Architettura, la carriera di Fusi è proseguita con un percorso formativo nel laboratorio di progettazione architettonica dell’ università di Firenze tenuto dal professor Riccardo Butini. Poi però il riscontro con la realtà: da una parte la sfrenata passione per la professione ma dall’altra la chiusura del mercato locale che, soprattutto ad un giovane emergente, tarpa le ali. Per questo l’architetto grossetano ha lasciato la famiglia, gli amici e la sua Maremma per provare ad emergere nell’imponente mercato cinese. Cosa l’ha spinta ad andare via da Grosseto in direzione Cina? « A Grosseto, per un giovane professionista, le cose non vanno in modo diverso da qualsiasi altra città italiana di medie e piccole dimensioni. Il mercato del lavoro è chiuso e ingessato, e i giovani possono solo ritagliarsi spazi angusti o conquistare faticosamente posizioni scomode, trovandosi spesso costretti a soluzioni di ripiego o, peggio, ad arrendersi. Nel mercato edilizio di provincia il ruolo del costruttore e dell’architetto troppo spesso si sovrappongono, e si confondono competenze e responsabilità. A Grosseto mi mancava tutto ciò che richiede una professione come quella che ho scelto: situazioni culturalmente stimolanti, possibilità di crescita professionale e formativa, committenti sensibili e un mercato trasparente. Mi mancava un terreno fertile e propositivo in cui lavorare e, non ultima, la possibilità concreta di percepire compensi proporzionati alle mie competenze e aspettative » . Ci descriva la sua vita attuale a Shanghai. « Faccio il mio lavoro all’interno di uno studio internazionale di architettura e ingegneria in cui sono entrato a seguito di una selezione pubblica: mi occupo di architettura e design, di edilizia privata e soprattutto di quella pubblica a grande scala, prevalentemente per il mercato cinese. Al momento ho un contratto di tre mesi con delle condizioni temporanee, ma già conosco a grandi linee il tipo di proposta che lo studio potrebbe farmi alla scadenza. Si tratta di una proposta allettanteSe deciderò di tornare in Italia cercherò comunque in ogni modo di mantenere un filo diretto con la Cina e con studi professionali cinesi. Mi piacerebbe moltissimo aprire una società italo cinese a Shanghai che operi in entrambi i paesi » . Cosa pensa dell’aumento di giovani grossetani che lascia la Maremma per trovare lavoro? « La Maremma è un posto unico e bellissimo. Credo che sia un sacrificio doloroso per tutti allontanarsi dalla propria terra, ma in questo momento è necessario guardare alle prospettive del lavoro con occhio critico e con realismo. Per questo mi sento di approvare la scelta di chi se n’è andato, rifiutandosi di andare alla deriva di questo nulla cosmico che caratterizza il nostro paese a ancora di più la provincia italiana » .