Tragedia su viale Matteotti, rebus dinamica: consulente del pm al lavoro

Versioni contrastanti dei conducenti

La scena del tragico incidente (New Press Photo)

La scena del tragico incidente (New Press Photo)

Firenze, 24 maggio 2016 - TRE INDAGATI, ma ancora tanti punti interrogativi sulla dinamica della carambola che sabato mattina è costata la vita di Paola Nicolucci, 78 anni, investita da un’auto “impazzita” dopo una collisione.

Il pm titolare dell’inchiesta, Filippo Focardi, ha nominato un proprio consulente che dovrà ricostruire le fasi del drammatico incidente. Contestualmente a tre iscrizioni sul registro degli indagati: si tratta della conducente della Dacia Duster (difesa dall’avvocato Guglielmo Mossuto) che ha prima abbattuto il semaforo per poi travolgere la donna che, assieme alla figlia, rimasta ferita, stava aspettando la luce verde per attraversare la strada; del 61enne, originario dell’Aretino, alla guida dalla Toyoya Auris che si è toccata con la Dacia; e del proprietario del mezzo che era parcheggiato in divieto di sosta nei pressi del semaforo.

Ognuno ha nominato un proprio consulente, in vista anche dell’autopsia disposta sul cadavere della vittima.

Resta in prognosi riservata la figlia di Paola Nicolucci, S.Z., 53 anni, assistita dagli avvocati Yara Serafini e Laura Grillo: teneva a braccetto la madre quando il mezzo senza controllo è piombato loro addosso. Ma come può essere successo? La dinamica, dicevamo, è ancora ingarbugliata. I conducenti della Dacia e della Toyota avrebbero fornito versioni contrastanti, accusandosi reciprocamente di essersi andati addosso. Stando ai danni riscontrati dalla polizia municipale, comunque, l’urto è avvenuto fra la parte anteriore sinistra della Toyota e la parte posteriore destra della Dacia. Dunque, sarebbe la Toyota a tamponare, ma resta da capire in quale posizione del viale Matteotti si trovassero: la Dacia pare che stesse impegnando, verso piazzale Donatello, la corsia esterna, mentre la Toyota quella centrale. C’è stato uno spostamento imprevisto e repentino? Qualcuno era distratto? Domande che necessitano di una risposta.

Escluse aggravanti da “omicidio stradale” (alcol, droga, gravi infrazioni al codice della strada), per l’associazione Città Ciclabile resta l’incognita velocità. «Più aumenta, più metri ci vogliono per fermarsi in caso di imprevisto e soprattutto più sono gravi le conseguenze in caso d’impatto: a 30 km/h è come cadere dal 1° piano. a 50 km/h all’ora dal 3° piano e a 70 km/h dal 5° piano....», dice la presidente Carla Lucatti.

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