Il Comune scopre un "tesoretto". Pronti 40 milioni: l’Imu va giù

Presentato il bilancio consuntivo. Critiche dell’opposizione

Il sindaco Nardella e l'assessore al bilancio Lorenzo Perra

Il sindaco Nardella e l'assessore al bilancio Lorenzo Perra

Firenze, 3 maggio 2016 - "Le cose sono andate meglio del previsto: abbiamo continuato a lavorare per il contenimento delle imposte per le famiglie e d’ora in poi ci concentreremo sulla diminuzione della pressione fiscale nei confronti delle imprese". E’ soddisfatto e si vede l’assessore al bilancio di Palazzo Vecchio Lorenzo Perra che ieri ha incassato il sì dell’assemblea comunale al rendiconto del bilancio 2015. I conti "non sono mai stati così in ordine" spiega Perra. Talmente a posto che il Comune si trova con un ‘tesoretto’ di 40 milioni di euro da gestire a partire dal 2017, soldi questi che non erano stati preventivati come già disponibili. Tanto meglio. Palazzo Vecchio può respirare e programmare a medio-lungo termine. "Dobbiamo introdurre un nuovo contratto fiscale coi fiorentini, ridistribuendo le opportunita" dice l’assessore. Gli investimenti annunciati, come quelli su "strade, piazze, scuole, parchi, strutture sociali e dello sport", ma anche una nuova road map fissata su tre punti. Il primo, "continuare a efficientare la spesa corrente poiché lo Stato sociale moderno deve essere attivo, non passivo, deve porre la cooperazione al posto del paternalismo". 

Secondo è poi necessario aumentare «la capacità delle entrate comunali attraverso la lotta all’evasione, e al miglioramento delle la capacita’ di incasso». Infine ridistribuire "le entrate facendole gravare di piu’ sulla rendita". Tre principi cardine, dice Perra, che "ci consentiranno alla fine delle nostre azioni di abbassare ulteriormente le imposte. Anche a carico delle imprese, facendo al contempo crescere gli investimenti duraturi". Tradotto: l’Imu per i negozi scenderà, presumibilmente di una cifra che dovrebbe aggirarsi intorno al 2%. Non cifre enormi, ma un piccolo aiuto per un tessuto commerciale che in questi anni soffre come non mai in passato. Nulla cambia invece, spiegano in Comune, sul fronte della Tari. In consiglio non sono comunque mancate le polemiche, come quella di Tommaso Grassi (Sel) che si sofferma proprio sul ‘bonus’ di 40 milioni. Grassi premette che "è sempre meglio trovarsi con un tesoretto che con un debito di bilancio improvviso» ma al contempo attacca: «Non si è speso e ciò che si è tagliato si è trasformato in un fondo congelato, siamo di fronte a un errore". Da Jacopo Cellai, capogruppo di Forza Italia, arriva invece l’appello a tradurre "le promesse in azioni". "Da tempo tempo chiediamo di rivedere la ripartizione del carico fiscale della Tari, che ad oggi è suddivisa sul 35% alle famiglie e sul 65% alle imprese; le aliquote Imu e i canoni e le regole di calcolo in ordine al pagamento del suolo pubblico".   

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