D'Elia celebra la rosa della vita nei suoi 'Fiori del mare'

Il poeta presenterà la sua opera insieme a Giuliano Scabia giovedì 25 giugno, alle 21, al Punto Einaudi

Gianni D'Elia

Gianni D'Elia

Firenze, 23 giugno 2014 - Una pinacoteca sul mare, un vascello con dodici sale, in cui sono esposti quadri in versi. Dopo aver contemplato, come in un trittico, il canzoniere di Saba, l'opera di Baudelaire e il suo corregionale Leopardi, Gianni D'Elia ha pubblicato con Einaudi 'Fiori del mare', che presenterà insieme a Giuliano Scabia giovedì 25 giugno, alle 21, al Punto Einaudi (via Guelfa 22 a/r). Siamo davanti al suo personalissimo 'Canzoniere adriatico' che descrive da una parte gli scenari della provincia raggiunti dalla globalizzazione del dolore e dalle ferite della storia, ma anche "l'utopia che non muore/nella galleria umana/lo sgranato stupore/dell'amorosa trama/ Tra sconcerto e candore/la bellezza e l'orrore".

Mentre questa economia uccide e la dispersione individuale ha talvolta reso diffidenti e scontrosi quelli che erano fratelli di lotta, il sole sta ancora sotto le nubi, si risveglia la responsabilità personale a scandagliare il presente e a resistere al male, con un afflato di umanità che si china sugli immigrati portati dal mare e si fa ammonizione davanti alle insorgenze razziste. Anche di fronte alla conflittualità del mondo “globale”, D'Elia celebra la rosa della vita: “Cosa può fare una semplice vita/ contro la morte infinita?../ Nient'altro che offrire una rosa/ di pace, a un amico e a un'amica.../ Se il loro infinito è la guerra/ che appesta da sempre la terra,/ la nostra giustizia sia/ Rosa d'amore e d'utopia,/ la vera Storia dei giorni risorti,/ Magistra Vitae, e mai più Alumna Mortis...”. Dodici le sale: dei primi fiori, degli esercizi dal vero, della reverie, dei ritratti, dei fiori proibiti, del cuore della città, quindi dell'elegia e del madrigale, dei viaggi, del lungo tema e della nostalgia. Ma lo “spleen” che esprimono i versi di D'Elia, non guarda indietro, semmai si fa culto dei legami e prospettiva ideale e di ideali. Contemplando l'onda che è tradizione perché ritorna e la sua spuma che è avanguardia di ogni generazione, l'autore pensa – e ripensa – con amore ai cari: “E se nel mare riudiamo/ogni onda svanita,/forse preghiamo che il passar non uccida?...” Se “...un'altra età... ora è sul fondo,/tra il gran detrito, che il gran flusso crea,/al ritmo franto, remoto e profondo...”, e una nuova stagione racconta della “vita finita, dal sorriso di Sfinge,” questa stessa tuttavia “ci diede la vita, e nell'Ignoto ci spinge...”. D'Elia ci regala, tra gli altri, questo fiore del mare: “Di caro nella vita c'è nient'altro/che questo stare a lato del mistero”.

La speranza che vince la nostalgia e il portato degli anni è cantata con efficacia nella Sala dei Viaggi, dove è il ritratto de 'L'adolescente': “La ragazzetta, che cammina in fretta/ la spiaggia timbrata dal temporale/ come una pista battuta e perfetta.../ celebra, incontro al sole che più vale,/andando verso quello che l'aspetta,/e che commuove, ripensando al male/di tanta cara e spersa giovinezza.../ Più giusta vita a questa giovinetta,/ lì sul pontile, tra la fogna e il mare,/ se dal suo solitario passeggiare,/ ora ride ai compagni, e fa sperare...” Michele Brancale Quello con D'Elia è il nono appuntamento di 'Incontri di Gusto'. Prima dell'incontro con il poeta, lo chef Marco Anedda del Ristorante il Vezzo, realizzerà una fregola risottata alla sarda, accompagnata daBianco di Pitigliano Superiore, Rasenna 2014 delle Cantine Vignaioli Morellino Scansano. E’necessaria la prenotazione (10 €). Tel. 055.26.54.093

Michele Brancale

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