Camminare tra Firenze e New York con 'Lo scialle rosso' e il dio poeta di Fontanella

La nuova raccolta dell'autore, presentata in Palazzo Medici Riccardi

La copertina de 'Il dio di New York'

La copertina de 'Il dio di New York'

Firenze, 30 agosto 2017 - Camminare con “Lo scialle rosso”, per ripercorrere la geografia e il tempo di una vita lungo una linea di dissolvenza in cui si sente la eco degli affetti e il riverbero delle cose importanti. L'immagine del protagonista dei versi della nuova raccolta di Luigi Fontanella, edita da 'Moretti e Vitali' e presentata in Palazzo Medici Riccardi a Firenze, è ritratta nella corsa o ancora, meglio, in una modalità descrittiva che accompagna spesso, in questa stagione del suo lavoro, tanto i romanzi che le poesie: la passeggiata.

D'altra parte – ha notato Paolo Lagazzi che firma la prefazione - “la poesia è movimento incessante”. Potremmo dire che la poesia è una passeggiata incessante, particolarmente in questo volume, che riporta l'autore a contatto anche con il doppio di sé, la controfigura (al centro dell'omonimo romanzo edito da Marsilio, 2009), con la quale tutti imparano a convivere.

La controfigura anima i versi di 'Racconto d'inverno' per le strade Firenze (“fuggire gli anni/ che mi erano improvvisamente caduti addosso... Ecco di nuovo la mia immagine in corsa”) ed Efemeridos (racconto in versi di un'intervista in cui l'autore è seduto davanti all'interlocutore, ma ha il cuore e i pensieri altrove, da un'altra parte: “Soprappensiero intanto la mia confrofigura/ risponde con sufficiende convinzione/ alle prevedibili domande/ del questuante...”, “mentre davanti ai miei occhi socchiusi/ tutto vertiginosamente sfuma...”).

La vertigine che avverte l'autore sottende un senso di stanchezza perché le priorità della vita sono altre. La passeggiata di Fontanella si chiude con una dissolvenza finale, nel giardino in cui l'autore contempla l'essere stato ragazzino con altri “ragazzini, conchiglie/ dimenticate al vento”. Qui, sente “il singhiozzo del tempo” ma fissa un'immagine carica di gratitudine e speranza: “Attorno a me quanti mandorli in fiore”.

Non di rado il teatro in cui la poesia di Fontanella colloca se stessa sono le strade di New York, città nella quale vive una parte dell'anno; l'altra parte è a Firenze, dove ora ha trovato sede la rivista internazionale di poesia che dirige ('Gradiva') ma anche l'editore Passigli che, nel frattempo, ha dato alle stampe un nuovo romanzo, 'Il dio di New York', nel quale l'autore cerca il senso della vita di Pascal D'Angelo (1894-1932), emigrante italiano che trovò nella poesia, composta nella lingua d'adozione, le porte di un riscatto sofferto, come un John Fante più sfortunato.  

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