"Quale futuro per la Malo?". Da lunedì 100 in cassa integrazione

I sindacati chiedono chiarezza. Una cordata di imprenditori guidata da Luciano Donatelli potrebbe essere interessata a rilevare l'azienda "regina" del cachemire ma i sindacati Cgil e Cisl smentiscono di aver avuto incontri con gli industriali

Dipendenti Malo

Dipendenti Malo

Campi Bisenzio (Firenze), 6 ottobre 2017 – Il futuro della Malo spa continua a preoccupare lavoratori e sindacati. Da lunedì 9 ottobre scatta la cassa integrazione straordinaria per i 60 addetti di Campi Bisenzio e i 38 di Borgonovo Val Tidone (Piacenza). L'accordo sulla cigs è stato siglato a Roma, lo ricordiamo, il 28 settembre scorso al Ministero del Lavoro. La Malo, dal 1973, produce capi pregiati di abbigliamento in cachemire, uomo e donna ed è presente in oltre 200 negozi nel mondo fra quelli monomarca e plurimarca. Fondata dai fratelli Canessa a Genova, l'azienda è passata attraverso numerosi fondi di investimento, in maggioranza a capitale straniero.

“L’azienda – dicono i sindacati Filctem Cgil e Femca Cisl - ha sì sottoscritto impegni importanti nell’accordo sindacale e nella richiesta di concordato presentata in tribunale, ma ad oggi sono soltanto sulla carta e devono iniziare a concretizzarsi. I tempi sono stretti e siamo già in ritardo: sono trascorsi 9 mesi da quando abbiamo denunciato il grave stato di crisi, e troppo tempo è stato perso dall’azienda prima negando lo stato di crisi e successivamente avanzando promesse mai realizzate. Negli ultimi giorni abbiamo appreso dalla stampa dell’interesse crescente di una cordata di imprenditori guidata da Luciano Donatelli, presidente della società di consulenza LD Consulting: leggiamo addirittura che sarebbero avvenuti contatti con i sindacati, che dobbiamo smentire. In ogni caso vogliamo valutare positivamente e prendere come una disponibilità ad aprire un confronto, che ci auguriamo finalmente chiaro. La sede dove incontrarci è facilmente individuabile: il tavolo istituzionale con Regione Toscana e Emilia Romagna, è il luogo più idoneo dove avviare un confronto, sappia Donatelli che abbiamo un interesse sconfinato a conoscere i suoi piani”.

Quello che è certo, per i sindacati, è che qualsiasi sarà il piano per salvare l’azienda, dovrà essere messa in campo una ricapitalizzazione in tempi brevi. In questi mesi, infatti, i problemi più gravi della Malo sono il ripianamento dei debiti con i fornitori e la liquidità per acquistare la materia prima (il filato) e riqualificare, col tempo, anche i macchinari per la produzione in entrambi gli stabilimenti. La Malo è una delle poche aziende italiane che può contare su manodopera altamente qualificata.

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