Nove mesi, muore in utero. Tragedia dopo il ricovero

Nessuna anomalia dal tracciato. Scatta l’inchiesta

Un medico

Un medico

Firenze, 8 marzo 2016 - Quello che si annunciava come il giorno più bello della sua vita, è finito nel dramma. Con il bambino morto in utero. La donna, 42 anni, si era impaurita, per questo era corsa alla Maternità di Careggi, martedì pomeriggio. Il bambino si muoveva poco, temeva che ci fosse una sofferenza fetale. Magari una carenza di liquido amniotico.

Negli ultimi giorni dell’anno scorso c’erano stati così tanti eventi avversi a fine gravidanza da mettere subito in allarme la donna. D’altronde il suo periodo di gestazione era praticamente giunto a conclusione. Nono mese. Tempo di nascita. Si sarebbe potuta aspettare un cesareo d’urgenza. Giunta alla Maternità di Careggi i medici l’hanno subito rassicurata. Immediatamente sottoposta a un lungo tracciato, per oltre un’ora, non vengono riscontrate irregolarità. Anche l’ecografia è regolare. Il feto sta bene, il cuore batte. In ogni caso i sanitari decidono per il ricovero. La donna viene accompagnata in reparto. Prende posto, poi viene nuovamente fatto un tracciato di controllo. Il battito non c’è più.

I genitori hanno subito presentato un reclamo all’Urp di Careggi. Ma sembra siano intenzionati a presentare un esposto alla procura. Anche se il direttore generale di Careggi, Monica Calamai rassicura che «non ci sono state manchevolezze né irregolarità». «Si è trattato di una morte in utero, medici e infermieri hanno fatto tutto quello che dovevano secondo protocollo, per questo non è stata fatta segnalazione dell’evento neppure al ministero», spiega Calamai. Già fatta una analisi preliminare. E’ già partita un’inchiesta interna. L’audit si svolgerà nei prossimi giorni per ripercorrere attimo dopo attimo quella che per i genitori si è trasformata in una tragedia.

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