Delitto Ciatti, ora anche la beffa: l’assassino vuole tornare libero

Ricorso del ceceno. E stasera San Lorenzo prega per Nicco

Niccolò Ciatti

Niccolò Ciatti

Firenze, 7 settembre 2017 - Firenze abbraccia di nuovo la famiglia Ciatti: lo farà questa sera, alle 21, nella basilica di San Lorenzo, con una veglia dedicata a Niccolò. L’hanno voluta gli operatori del mercato: il 22enne pestato a morte in una discoteca di Lloret de Mar, dove si trovava in vacanza, da tre ceceni due dei quali subito tornati in libertà, era infatti uno del mercato, gestiva il banco di frutta e verdura appartenuto allo zio, era conosciuto e benvoluto da tutti. Quello in programma stasera non è altro che l’ultimo attestato di vicinanza alla famiglia che la città ed il suo hinterland (la famiglia abita a Casellina) ha voluto far sentire ai Ciatti, adesso più che mai impegnati nella lunga e tortuosa battaglia per ottenere una giusta condanna per i responsabili del tremendo omicidio dello scorso agosto.

Dalla Spagna, dove i genitori e la sorella di “Nicco” sono rappresentati da un legale, giunge notizia di un ricorso presentato dall’avvocato dell’imputato, Rassoul Bissoultanov, per decidere sulla sussistenza delle esigenze cautelari a carico del ceceno residente a Strasburgo. L’udienza, presso un organismo equivalente al nostro tribunale della libertà, dovrebbe tenersi nei prossimi giorni, non più a Blanes, dove si trova in carcere Bissoultanov, ma a Girona. Sempre in un futuro abbastanza prossimo, i genitori di Niccolò hanno in programma di tornare in Catalogna, per fare il punto sull’indagine condotta sinora dai Mossos d’Esquadra. Ci sono tanti aspetti ancora da chiarire, alla base anche dello sfogo di pochi giorni fa di papà Luigi, che, prendendo spunto dai fatti di Rimini, s’interrogò sul perché anche l’Italia non chiedesse l’estradizione degli implicati nell’omicidio di suo figlio, così come la Polonia ha fatto per gli stupratori di Rimini.

Innanzitutto, la discoteca “St. Trop’s”, dove avvenne il pestaggio, ha riaperto pochissimi giorni dopo la tragedia. Eppure, in quei lunghi e interminabili secondi di pestaggio deliberato, costati la vita di Niccolò, non c’è stato l’intervento degli addetti alla sicurezza che, se venisse confermato quanto riportato dalla stampa spagnola, erano soltanto nove, quella sera. Si parla di responsabilità differenti rispetto alla violenza assassina registrata dalle telecamere di sicurezza, ma proprio per non tralasciare nessuno aspetto, anche la magistratura italiana sta svolgendo, con i carabinieri del Ros, una propria indagine “parallela” rispetto a quella dei colleghi catalani. Nel frattempo, prosegue anche la raccolta firme per sensibilizzare il governo italiano e stimolarlo a “non dimenticarsi” di questo dramma e della famiglia Ciatti, anche con una presenza istituzionale ai processi in Spagna.

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