Bowie e Iman sposi a Firenze, ecco come fu il matrimonio da sogno

Il duca bianco coronò qui il suo sogno d'amore con la top model Iman Abdulmajid. Le immagini e i dettagli delle nozze dalle pagine della Nazione del 1992

La foto sulla Nazione delle nozze di Bowie sull'edizione del 7 giugno 1992

La foto sulla Nazione delle nozze di Bowie sull'edizione del 7 giugno 1992

Firenze, 12 gennaio 2016 - Gigli bianchi e Firenze. Un connubio perfetto per la cerimonia del secolo. Era il 6 giugno 1992 quando Mister David Robert Jones, David Bowie, e Iman Abdulmajid pronunciarono il "Sì" che li ha uniti in matrimonio nella chiesa anglicana di San Giacomo in via de' Rucellai. 

L'uomo caduto dalle stelle ora è tornato lassù. Ma Firenze, come tutto il mondo, lo ricorda per la sua musica, per la scia luminosa che lascerà la sua brillante creatività.

Bowie e Iman si sono sposati alle 16.30 nel cuore della citta del giglio, sulle note dell'Orchestra da camera fiorentina che suonò per loro musica barocca italiana su richiesta dello sposo. Sei archi, poi con rock e pop sposi e invitati si sarebbero scatenati a villa La Massa blindata per tre giorni per ospitare l'evento. 

Quaranta milioni di lire per i fiori, gigli appunto, un diamante da dieci carati fu il dono del cavaliere alla sua dama, già moglie di Bowie dal 24 aprile quando i due si sposarono a Losanna con rito civile.

Il duca bianco in frac nero e la regina nera in abito lungo, giallo. Mezz'ora di cerimonia con cinquanta, selezionati, invitati e una ventina di sigarette incenerite davanti all'altare per il mito del pop arrivato almeno un'ora e mezzo prima all'appuntamento a bordo di una blindatissima limousine. Nervoso, forse, certamente sorridente testimoniano le fotografie. 

Firenze ricorda, le immagini parlano: la coppia ha tentato invano di far rispettare la loro volontà, le nozze non si sono certo svolte in religiosa privacy. Un'orda di fan ha assistito all'arrivo di sposi e invitati, tra cui Yoko Ono vedova di John Lennon, Bianca Jagger la prima moglie di Mick Jagger leader dei Rolling Stones. C'era la madre e il figlio di Bowie, allora ventunenne. E c'erano giornalisti, racconta sulla Nazione del 7 giugno 1992 Rossella Martina, e i fotografi che, mentre le forze dell'ordine arginavano con lunghe catene umane l'euforia dei presenti, hanno documentato molto bene la favola. 

Quella non era l'epoca di cellulari sguainati e selfie. Al massimo carta e penna alla mano e braccio in modalità elastica per protrarsi oltre lo scudo umano formato dai poliziotti. I social non esistevano e non sarebbero comunque serviti, questo matrimonio resta un ricordo indelebile. Un ricordo che ora però corre su Twitter dove la splendida top model di aristocratica famiglia somala ha scritto due giorni fa: "Sometimes you will never know the true value of a moment until it becomes a memory" (A volte non saprai mai il vero valore di un momento finché non diventerà un ricordo).

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