Io almeno ho giocato

L'editoriale

Firenze, 25 giugno 2017 - Lo so bene che invitare gli elettori ad esercitare un loro diritto, quello del voto, può essere tempo sprecato. La marea dei ‘contro sempre e comunque’ è ancora alta ma la regola dei corsi e dei ricorsi storici ci dice che si stanno tracciando le strade di un ritorno alla fiducia nelle istituzioni dopo anni bui. La Francia di Macron insegna qualcosa? Una fiducia che anche a casa nostra, certo, va riguadagnata passo dopo passo. Perché se ne è persa tanta – probabilmente più della produttività e del pil – nei confronti delle istituzioni e soprattutto nei confronti dei politici più che della politica. Politici, lo sappiamo bene, che non hanno neppure saputo dare il buon esempio con un taglio netto e drastico ai privilegi da Prima repubblica. Nonostante tutto ciò, mi sento di insistere con quanti si sono disaffezionati e con quanti sono entrati nella schiera dei ‘contro sempre e comunque’, di quanti si fermano a porre il problema, a protestare e contestare ma non suggeriscono mai la soluzione.

Mi sento di dire che andare oggi a votare nei ballottaggi per la scelta dei sindaci delle nostre città è importante. Perché il nostro voto, ora più che mai, diventa fondamentale. I cittadini devono tornare ad essere protagonisti. Devono tornare a condizionare le scelte del Palazzo. La presenza di tanti candidati e di un numero corposo di liste civiche ci fa dire che la voglia di mettersi in gioco è tornata. Perché rinunciare a fare una scelta? Perché lasciare che altri scelgano per noi, per me, per voi? Io non lo farei mai. Anche solo per orgoglio. Partecipare è alla fine l’unico strumento che ci fa sentire attivi, comunque la pensiamo. Nella scelta del nostro sindaco non possiamo dire «io non c’ero».

E poi magari iniziare, dal giorno dopo, la litania delle lamentele. Sia chiaro: chi sceglie di non andare a votare dovrebbe avere il buongusto anche di tacere per tutti gli anni del mandato del primo cittadino (che lui ha eletto indirettamente pur senza andare a votare). E se proprio non ve la sentite di partecipare perché siete disgustati dalla politica prendete il voto come una sfida: sì o no, come un referendum. E godetevi il risultato della partita. Così potrete dire: io almeno ho giocato.