Ecco l'emendamento banche: il fondo sale a 100 milioni con l'arbitrato. C'è l'ok della Ue

Il ministro Padoan, che ha parlato ieri sera in commissione bilancio, lo deposita oggi. Lo finanzia il fondo interbancario. Sarà la Consob a decidere sulle controversie AI 4700 BONDISTI DI BPEL 40 MILIONI SU 150 PERSI / IDEA ARBITRATO PER GLI OBBLIGAZIONISTI AMPI SERVIZI SU LA NAZIONE OGGI IN EDICOLA E SU EDICOLA ON LINE

Padoan, aiuto risparmiatori separato

Padoan, aiuto risparmiatori separato

Arezzo, 11 dicembre 2015 - Sale a 100 milioni la dotazione del fondo in favore dei risparmiatori rimasti col cerino in mano nella crisi delle 4 banche fra cui Bpel. Lo ha disposto il governo nell'emendamento depositato stamani in commissione bilancio alla Camera. Le prestazioni del Fondo per il ristoro dei detentori delle obbligazioni subordinate emesse da CariFerrara, Banca Marche, Popolare dell'Etruria e CariChieti saranno riservate alle persone fisiche, agli imprenditori individuali, agricoli e ai coltivatori diretti. Sara' un decreto interministeriale a definire le modalita' di accesso alle prestazioni del Fondo, i criteri di quantificazione delle prestazioni e le procedure eventualmente arbitrali da esperire. La gestione del Fondo sara' demandata al Fondo interbancario di tutela dei depositi. La disposizione, si legge nella relazione tecnica dell'emendamento del governo, non determina maggiori oneri per la finanza pubblica in quanto i costi connessi all'erogazione delle prestazioni e alle procedure arbitrali sono a carico del Fondo interbancario di tutela dei depositi.

La valutazione  del diritto dei risparmiatori di accedere al fondo sarà fatta caso per caso. Con un arbitraggio che dovrebbe essere affidato a Consob.  È questa la ciambella di salvataggio alla quale potranno aggrapparsi i 10.500 risparmiatori  (4700 i bondisti di Bpel) che hanno visto sfumare i soldi investiti nelle obbligazioni subordinate dal crac dei quattro istituti Banca Marche, Banca popolare dell'Etruria e del Lazio, Carichieti e Cassa di risparmio di Ferrara.

L'Ue ha dato il suo via libera, sbloccando una situazione che sembrava essersi avvitata. E il governo - ha spiegato il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan alla Camera, in commissione bilancio - inserirà le norme nella Legge di Stabilità con un emendamento in arrivo nelle prossime ore. I dettagli, però, arriveranno dopo. Un decreto del Mef fisserà i criteri su come il fondo sarà alimentato e come dovranno essere valutate le singole situazioni. «Realistico» definisce il ministro l'ipotesi che a restituire i fondi anticipati dalle banche siano le plusvalenze incassate con la vendita dei crediti incagliati delle bad bank.

Per scegliere chi otterrà i rimborsi, invece, forse entrerà in campo l'Isee, per valutare la situazione economica dell'investitore. Di certo il tema banche è all'attenzione del governo. «La riforma del sistema del credito è quanto mai urgente», sostiene il premier Matteo Renzi, facendo ipotizzare altri interventi. «Occorre aumentare l'informazione e la capacità di valutazione dei risparmiatori per ridurre le asimmetrie informative e il rischio di abuso - dice Padoan - Un risparmiatore poco o male informato è potenziale vittima di abusi».

Lo spiraglio di luce su una situazione che sembrava avvitarsi sempre più è arrivato da Bruxelles. L'arbitrato per aiutare gli investito privati - hanno spiegato fonti della Commissione «è un'ottima idea». Ma - hanno aggiunto - «non è possibile fare è che lo Stato paghi direttamente chi ha subito le perdite». Dopo i contrasti dei giorni scorsi l'Ue addolcisce i toni. Parla di «contatti stretti e costruttivi con le autorità italiane» e spiega di «sostenere le intenzioni del governo italiano di permettere ai risparmiatori di chiedere compensazioni alle banche per potenziali vendite abusive di obbligazioni e di ispirarsi alle passate esperienze in altri Paesi Ue con situazioni simili».

Come è già accaduto in Spagna, sembra voler dire. «Vendite abusive». Già perchè che qualcosa non abbia funzionato appare evidente. Lo racconta un dato contenuto in una slide messa in rete dal ministero dell'Economia. Quasi la metà delle obbligazioni subordinate delle 4 banche, 340 milioni su 768, è finita nelle tasche dei piccoli risparmiatori, invece che sugli investitori istituzionali. È una quota inusuale Per questa tipologia di strumenti con maggiore rischio. Comunque la polemica non si placa. Berlusconi attacca il governo «Non avrei lasciato fuori gli obbligazionisti», dice. Interviene anche Pierluigi Bersani: «I consumatori, i cittadini vanno difesi dalle prepotenze del mercato». Ma nel mirino delle critiche sono soprattutto le authority che dovevano controllare.

L'Adusbef chiede a Renzi di rottamare i vertici di Consob e Bankitalia. Frecce arrivano anche dalla maggioranza. «Chi non ha vigilato se ne assumerà le responsabilità», sostiene il presidente della commissione Bilancio, il Pd, Francesco Boccia. «Dovevano fare molto di più», dice il sottosegretario all'Economia Enrico Zanetti. Toni più duri da Fi e M5s. Il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, difende l'operato dell'istituto. Le situazioni delle banche in dissesto - spiega - «le consideriamo con un impegno che è massimo, facendo il meglio ed essendo sicuri di aver fatto il meglio». E aggiunge: nessuna reticenza. «Riferiremo in tutte le sedi a ciò deputate, con tutta la dovizia di particolari necessaria».

Certo l'attenzione è ora puntata sui 10.500 obbligazionisti rimasti intrappolati dall'anticipo del 'bail in', ma il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ha voluto chiarire che senza il «salvabanche» gli istituti sarebbero stati liquidati con impatti «disastrosi»; tra l'altro tutte le imprese che hanno attivato prestiti (circa 200.000) avrebbero dovuto rimborsare a vista i debiti. Con un impatto drammatico sul territorio e per l'economia. Invece - ha calcolato il Mef - si sono tutelati 1 milione di correntisti (con 12 miliardi di depositi), e circa 7.000 posti di lavoro tra dipendenti e indotto. È molto ma certo non è bastato, visto che bisogna intervenire di nuovo.