Truffe a raffica di finto avvocato: il primo colpo era stato a una signora bene. Poi le azioni fotocopia

Dopo l'episodio, che aveva fatto scalpore, raffica di vicende simili: la telefonata, "il suo parente ha bisogno di soldi", il pagamento e poi la fuga

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Arezzo, 4 ottobre 2015 - La prima a caderci e ad avere il coraggio di ammetterlo fu una signora dell’Arezzo bene. Poi è diventata una moda, qui come in mezza Italia: una truffa alla napoletana che sfrutta non tanto l’ingenuità degli anziani quanto il loro affetto per le persone più care. La storia è la solita. Un finto avvocato che si presenta a casa o telefona fingendo che un familiare abbia bisogno di soldi.

Per poi incassare e sparire. Solo qui e solo nelle ultime settimane ci hanno creduto una decina di persone in là con l’età che solo alla fine hanno capito di essere state raggirate. Indagano i carabinieri e starà a loro capire se è sempre la stessa banda o se si tratta di truffatori diversi. Nel caso della signora bene, anziana ma ancora perfettamente lucida, la messa in scena fu accurata.

Torniamo allo scorso dicembre. Comincia tutto con la telefonata del finto avvocato: «Suo genero è nei guai, ha avuto un incidente, è in questura. Servono soldi per tirarlo fuori». Siamo in un elegante appartamento di via Margaritone e la protagonista proprio ingenua non è: «Fatemi parlare con lui». E qui ecco il colpo di genio, la chiamata arriva davvero da una voce tremolante e irriconoscibile: «Paga o non mi lasciano andare».

A quel punto la signora è convinta: «Tremila euro non li ho, al massimo gliene posso dare mille». Il truffatore prende tutto e svanisce. E’ la situazione tipica, della quale sono rimasti vittima anche tutti gli altri. Alcuni in quello stesso dicembre, altri nei mesi successivi. Ci sono caduti tutti, qualcuno (a Firenze) ha sborsato fino a 20 mila euro. Ora tocca ai carabinieri ma è come dare la caccia ai fantasmi.