Giovani aretini, disoccupazione ancora in crescita. E i più decidono di mettersi in proprio

In un anno persi 7500 posti di lavoro, il 40% riguarda under 30

Imprese, lavoro (Newpress)

Imprese, lavoro (Newpress)

Arezzo, 1 ottobre 2014 - Tutti flessibilissimi. Sono i giovani toscani secondo uno studio del centro studi Datagiovani del Sole 24ore, che colloca appunto i giovani toscani al secondo posto in Italia per attitudine dei giovani alla ricerca del lavoro, un mix che comprende la tenacia nel cercare il lavoro, la disponibilità a spostarsi ad avere orari flessibili e anche a mettersi in proprio. Anzi, proprio in quest’ultimo dato i toscani sono in vetta alla classifica con la propensione maggiore a mettere su un’azienda da soli. E su questo punto Arezzo non fa eccezione rispetto al resto della Toscana, anzi nei primi sei mesi del 2014 le iscrizioni di nuove imprese giovanili, cioè con la maggioranza dei soci under 35, sono state 376, il 3,3% in più rispetto allo scorso anno. Per dire, a livello nazionale lo stesso dato vede un> calo del 9%. 

«Per la maggior parte — spiega Giuseppe Salvini, segretario generale dell’ente — si tratta di aziende che operano nel settore del commercio, sono 117. Mentre hanno aperto 59 imprese nel settore delle costruzioni e 53 nel manifatturiero, per citare i settori più quotati». Per quanto riguarda il settore costruzioni il discorso potrebbe essere complesso, la crisi in questo caso è piuttosto marcata, ma il complessivo aumento di giovani imprenditori non viene considerato negativamente dal segretario dell’ente camerale: «Sono numeri — continua Salvini — che indicano la grande vocazione imprenditoriale dei giovani toscani. Ovviamente in un momento come questo dove la pubbliche amministrazioni non assumono più, per non dire del periodo che vivono le aziende private, i nostri giovani si rimboccano le maniche e cercano di superarla con i loro mezzi. In qualche modo, provano a ripercorrere le orme dei padri, la tradizione imprenditoriale di questo territorio parla da sola. La vivacità dell’impresa giovanile è una grande risorsa, se si considera che invece sono in calo le imprese femminili e quelle messe su da cittadini stranieri». Secondo Salvini, quindi, di necessità virtù e la virtù in questo caso è rappresentata dal sapersi mettere in gioco. 

Quanto al tipo di azienda che i ragazzi decidono di aprire, la forma giuridica scelta dai più è quella della ditta individuale, 324 imprese delle nuove iscritte. Mentre seguono a notevole distanza le società di capitali, 46, e quelle di persone, 17 nuove imprese. Insomma, la crisi morde, ma i giovani aretini cercano di morderla più forte, magari lanciando qualcosa di nuovo. Anche perché dal fronte occupazione non arrivano notizie confortanti. 

Se ieri è stato reso noto il dato drammatico della disoccupazione giovanile, al 44% nuovo record di cui non si sentiva la mancanza, pure dalle nostre parti le cose non vanno bene. Secondo una indagine della Cgil resa nota dal segretario provinciale Alessandro Mugnai, «rispetto all’anno scorso sono stati persi in provincia circa 7500 posti di lavoro, pari al 7% della forza lavoro totale. Le fasce d’età più colpite sono quelle dei giovani tra i 18 e i 24 anni, il 19%, e tra i 25 e i 29 anni, con il 16%. Seguono via via tutte le altre, mentre risulta invariato il dato degli over 50, la variazione in diminuzione è solo dello 0,5%. Sembra chiaro che sia un effetto della legge Fornero, che ha avuto un impatto devastante sul mercato del lavoro soprattutto per i giovani». In sostanza sono più di 2500 posti persi tra i più giovani. Dunque, quasi il 40% dei disoccupati è un under 35, casomai qualcuno avesse avuto dubbi sul fatto che non è un paese per giovani. Probabilmente, molti tra questi fra poco proveranno a mettere su un’attività in proprio sperando di tirare fuori idee e modi per riuscire a sbarcare il lunario. Per scelta o per forza, pare di capire, nei prossimi tempi ai giovani aretini toccherà potenziare ancora di più la naturale propensione all’attività imprenditoriale tipica toscana.