
Giaccherini travolto dai compagni
Arezzo 13 giugno 2016 - Gool: il grido che si alza dalle case e dalle piazze ha un nome solo. Quello di Emanuele Giaccherini. E' lui a firmare il vantaggio che porta l'Italia in clamoroso vantaggio con il Belgio. Che apre le porte alla vittoria più incredibile e meno attesa degli ultimi anni.
Giaccherini, centrocampista casentinese di Talla, 31 anni, non solo è partito titolare stasera nella sfida di inizio Europei per gli Azzurri ma è anche l'incredibile marcatore. Uno straordinario passaggio da 40 metri di Bonucci, la difesa del Belgio che si apre come un'ostrica (anzi come una cozza) e Giaccherini che spiazza il portiere avversario.
A quel punto è il delirio. Prima la festa con i compagni, Giaccherini è basso ma dai salti sembra un trampoliere. Poi con la forza dell'entusiasmo ogni azione sembra passare dai suoi piedi. E nel finale del primo tempo è lui a salvare su un'azione pericolosissima del Belgio.
Fino alla ripresa, fino al raddoppio che mette in cassaforte il risultato, fino all'euforia che si taglia con il coltello. "Se avessi sbagliato un'altra occasione facile il mister mi avrebbe mandato a casa a piedi". E poi il momento più semplice e toccante. "Dedico questa rete a mio nonno: mi ha sempre seguito e sono sicuro che lo ha fatto anche oggi, anche se non c'è più". Nonno Renato, scomparso nel 2000, unan perdita pesante per il calciatore aretino.
Giaccherini è sempre stato stimato dal commissario tecnico Antonio Conte, che guidò l'Arezzo, con l'intermezzo di Sarri nella sfortunata stagione in serie B 2006-2007, finita con la retrocessione per un'ingiusta pemalizzazione di sei punti. "Giaccherinho" ha giocato con successo pochi anni fa con la Juventus allenata proprio da Conte, poi dopo l'esperienza in Inghilterra il ritorno in Italia al Bologna.
Quella col Belgio è la gara numero 26 con la Nazionale, 3 i gol segnati. Anzi, calma: a questo punto quattro, e il quarto è il più importante. L'esordio avvenne proprio in questi giorni di metà giugno del 2012 e sempre ai campionati Europei, pareggio 1-1 con la Spagna. Allora il commissario tecnico era Cesare Prandelli.
"Se si fosse chiamato Giaccherinho sarebbe molto più considerato": indovinate chi lo aveva detto? Esatto, Antonio Conte. Da stasera il nome se lo è guadagnato davvero.