Guerra a tavola: ristoratori all'attacco. Sagre, circoli e falsi agriturismi nel mirino

Dai rapresentanti Ascom lettere ai sindaci: "Va portato allo scoperto il fenomeno: ha un fatturato vertiginoso e spiazza chi è in regola"

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Arezzo, 21 luglio 2017 - Bar e ristoranti "mascherati":è ancora allarme. I due presidenti dell’associazione ristoratori aretini di Confcommercio Federico Vestri e dell’associazione pizzerie aretine Renato Pancini, tornano a parlare di somministrazione parallela e concorrenza sleale: “mentre noi ristoratori ci sforziamo a far quadrare i conti, c’è chi guadagna alle spalle nostre e della comunità. E i controlli dove sono?”

I numeri, anche a livello nazionale, sono impressionanti: secondo una recente indagine di Fipe, i ristoranti attivi in falsi agriturismi, circoli culturali e sportivo-ricreativi fatturano nel complesso 5,2 miliardi, mentre le "finte" sagre fatturano oltre 558 milioni e generano una perdita di imposte dirette e contributi pari a 710 milioni.

Confcommercio lancia quindi l’idea di un’indagine territoriale che metta in luce i numeri del fenomeno in provincia di Arezzo, con la collaborazione dei Comuni: “la politica deve assumersi questo impegno perché ragionare sui numeri, certi e condivisi, è l’unico modo per capire il vero impatto del fenomeno e trovare soluzioni adeguate”.

Confcommercio torna a puntare il dito sul fenomeno della ristorazione mascherata, che continua a minacciare fatturati e occupazione delle imprese regolari.

"E non ci vengano a dire che sono sempre utili reinvestiti per il bene comune. Perché se qualcuno con i proventi delle sagre compra davvero ambulanze e sistema campi sportivi, altri – vedi chi organizza cene e feste private – semplicemente speculano sull’abusivismo senza sobbarcarsi gli oneri del fare impresa. E i controlli dove sono?”.

“Sono tutti soldi che vengono sottratti al circuito del lavoro regolare”, ribadisce il presidente delle pizzerie aretine Renato Pancini, “perché solo le imprese sviluppano vera ricchezza per il territorio, assumendo dipendenti e collaboratori pagando tutti gli oneri del caso, comprese tasse e tariffe”. “Stiamo inviando una lettera a tutti i sindaci per chiedere la loro collaborazione. La politica deve assumersi questo impegno perché ragionare sui numeri, certi e condivisi, è l’unico modo per capire il vero impatto del fenomeno e trovare soluzioni adeguate”, sottolinea il presidente dei ristoratori di Confcommercio Federico Vestri, “poi ci vogliono più controlli e certezza della pena.