Pm: "E' stato Graziano ad uccidere Guerrina: condannatelo a 27 anni"

Marco Dioni: colpevole al di là di ogni ragionevole dubbio, è stato come scalare una montagna, ora siamo in cima. Esclude l'aggravante dei futili motivi. La requisitoria si è chiusa dopo quasi sette ore. Sentenza possibile già il 24 ottobre

Padre Gratien e il Pm Dioni

Padre Gratien e il Pm Dioni

Arezzo, 30 settembre 2016 - "Ha ucciso Guerrina: va condannato a 27 anni di carcere". E' la richiesta che il Pm Marco Dioni ha fatto alla corte di assise dopo quasi sette ore di requisitoria. Una richiesta nella quale ha escluso l'aggravante dei futili motivi, che avrebbe potuto far impennare la richiesta, ma non ha dubbi sul fatto che il religioso si sia macchiato del terribile reato.

"Il sms inviato al prete nigeriano alle 17,26 del primo maggio (il giorno della scomparsa di Guerrina Ndr) incastra Padre Graziano al delitto. Così come l'invenzione della figura dello zio Francesco". Il Pm Marco Dioni non ha esitazioni nella sua requisitoria sul presunto omicidio della casalinga di Ca' Raffaello: è stato il frate a depistare, è stato il frate ad uccidere".

Il processo torna in aula dopo la pausa estiva e arriva l'ora della verità. E' l'udienza della requisitoria del Pm Marco Dioni. Una requisitoria iniziata poco prima delle 11 e che dovrebbe procedere per il resto della giornata. "Questo processo - esordisce il rppresentante dell'accusa - si presentava come una montagna, come il mio processo più difficile. Ora sono arrivato in cima a quella montagna e il quadro dimostrato dal processo è chiaro: l'imputato è colpevole al di là di ogni ragionevole dubbio".

Dioni è più o meno a metà del suo atto d'accusa che dovrebbe andare avanti per tutto il pomeriggio. Intanto il presidente della corte d'assise Silverio Tafuro stringe i tempi e aggiunge due udienze straordinarie a quelle programmate in calendario: il 12 e il 24 ottobre. In sostanza, se il Pm finisce oggi, come tutto lascia pensare, e con una richiesta di pena che sarà inevitabilmente pesantissima (intorno ai 30 anni, sicuramente non inferiore ai 25), il 12 ottobre tocca alle arringhe di parte civile e il 14 a quella della difesa, che ha il compito improbo di rovesciare un quadro indiziario molto ben delineato da Dioni, preciso e analitico fin quasi alla pedanteria, senza mai voli pindarici nella fantasia, ma attaccato ai dati di fatto emersi nel corso del dibattimento. Il 24 ottobre potrebbe dunque diventare l'udienza della camera di consiglio dei giudici e della sentenza. Altrimenti ci sono due udienze di riserva il 28 ottobre e il 4 novembre.

Al termine della requisitoria sono state formulate le richieste di condanna. Come previsto non c'è stata la richiesta dell'ergastolo nè dei 30 anni che pure sarebbe stata teoricamente possibile se fosse stata contestata l'aggravante dei futili motivi. La pena base prevista per l'omicidio volontario va dai 21 ai 24 anni.

Tra il pubblico tanti volti noti: c'è naturalmente Mirco Alessandrini, il marito di Guerrina, la sua famiglia e le sorelle stesse della scomparsa.

In seguito, venerdì 14 ottobre, sarà la volta delle parti civili, quindi toccherà alla difesa, che ha rinunciato ai testimoni e che chiederà l’assoluzione di Padre Graziano. Se l’andamento delle udienze si mantenesse così, la sentenza potrebbe essere pronunciata a metà novembre, vale a dire circa un mese prima rispetto al calendario stilato inizialmente.

Intanto tiene banco l’intervista che il frate ha rilasciato lunedì sera alla trasmissione televisiva ‘Porta a porta’, condotta da Bruno Vespa sulla Rai. «Credo nella giustizia», ha esordito Padre Graziano, con aria apparentemente tranquilla davanti alle telecamere. Fermo, senza lasciar trasparire emozioni, il religioso ha risposto a tutte le domande che gli sono state rivolte nel corso dell’intervista. «Sesso con una donna? Mai», ha detto fra le altre cose. «Le prostitute? Le cose dette su di me sono soltanto calunnie». E inoltre, soprattutto: «Mai fatto l’amore con Guerrina». La trasmissione sulla presunta gravidanza di Guerrina. Tutta la vicenda, a ogni modo, suscita l’interesse dell’opinione pubblica ormai da tempo. Da un lato, la scomparsa della cinquantenne di Ca’ Raffaello, sparita nel nulla; dall’altro, il religioso che si professa da sempre innocente, gravato dalle accuse di omicidio e occultamento del cadavere della donna.