Arezzo, 11 luglio 2017 - La rassegna, quattro serate di musiche popolari italiane ed europee, è frutto dell’impegno prezioso del Circolo Culturale Arci Aurora, dell’Associazione Culturale Musicanti del Piccolo Borgo e soprattutto del suo carismatico direttore artistico Silvio Trotta , da anni impegnato nella diffusione della cultura musicale tradizionale.
“Là dove senti cantare fermati, gli uomini malvagi non hanno canzoni” questo l’invito rivolto alla città, chiamata in Piazza sant’Agostino, “la piazza che suona” il 13/14/15 e il 22 luglio ad un incontro gratuito con la musica etnica di qualità.
Si alterneranno, nel suggestivo spazio davanti alla chiesa, gruppi molto diversi tra loro ma con una matrice comune: hanno costruito i loro repertori viaggiando sulle tracce sonore dei popoli europei fino ad esserne testimoni. Hanno raccolto per noi suggestioni, emozioni, identità lontane nello spazio e nel tempo, le hanno elaborate con le loro contemporanee sensibilità per poi regalarle alla complessità di un presente poliedrico e multietnico.
Giovedì 13 Dolores Picasso in concerto sono le voci e gli strumenti di Ersilia Prosperi (tromba), Diana Tejera (chitarra), Eleonora Betti (pianoforte), Giorgia Frisardi (organetto), quattro compositrici che hanno deciso di omaggiare musiciste e cantautrici di lingua ispanica facendoci riscoprire un repertorio sulla lotta sociale e sull'emancipazione femminile, ricco anche di spensieratezza e ironia. È musica di donne: trascinante, raffinata e affascinante.
Seguirà venerdì 14 luglio l’esibizione dei Musicanti del Piccolo Borgo “Sempre musicanti” quarant’anni di musica tradizionale dell’Italia centromeridionale. Il gruppo capitanato, da Silvio Trotta, ritorna sul palco di ETNICAREZZO portando con sé i colori e le atmosfere dei contesti agropastorali, i valori di culture antiche riaffermandone il valore e la forza narrativa. I ”Musicanti”, nei loro concerti realizzano un viaggio attraverso i suoni, innanzitutto, della tradizione molisana e laziale, ma anche, superando confini spesso culturalmente poco consistenti, di quella campana, lucana, pugliese, calabrese e siciliana.
Le ninne nanne, gli stornelli, i canti sacri e profani, i saltarelli, le tarantelle, si strutturano su un’amalgama fenomenale di strumenti tradizionali. Un unicum originale e originario che stupisce ed emoziona da più di 40 anni piazze e teatri.
Sabato 15 luglio i Morrigan's Wake in concerto, spazieranno dalla musica bretone a quella irlandese, dalla musica popolare padana alla musica scozzese.
Il 2017scandisce il 36° anno di attività del gruppo ravennate che può a ben diritto considerarsi tra i gruppi pionieri e più longevi nell'ambito della musica celtica in Italia. Il loro concerto è un'alternanza di danze (jigs, reels, polkas), di ballate e di slow airs arrangiate ora in maniera tradizionale ora dando sfogo a licenze compositive che comunque rimangono ancorate agli schemi della musica tradizionale dell'area celtica del nord-Europa. Davide Castiglia: violino, nyckelharpa, Tiziana Ferretti: voce, bodhran, Francois Gobbi :basso elettrico, Maurizio Lumini:fisarmoníca, Barbara Mortarini: flauto dolce (contralto, soprano), tin e low whistles;, Massimo Pirini: chitarra acustica, voce.
E infine l’ultima serata sabato 22 luglio i Mi Linda Dama in concerto Historias Sefarditas .
I MI LINDA DAMA attraverso un repertorio tratto dalla ricca tradizione musicale dei Sefarditi intraprendono un viaggio musicale intrecciando gli antichi canti con melodie andaluse e balcaniche, con sonorità turche e con i ritmi arabi. Così come fecero i Sefarditi che, cacciati nel medioevo dalla Penisola iberica, portarono i loro antichi canti fra le onde del Mediterraneo, intrecciando le loro storie con melodie di altri popoli. Documentano il valore culturale dell’incontro tra popoli e come la musica possa raccontarlo.
I testi narrano storie senza tempo; spesso emerge l'amore passionale e il dolore, altre la quotidianità del villaggio. Namritha Nori canta queste storie nella loro lingua tradizionale, il judezmo, simile a un catalano antico, senza dimenticare di introdurre l'ascoltatore nei loro significati e atmosfere. La ricchezza musicale del repertorio è valorizzata dalla ecletticità dei musicisti: Giulio Gavardi affianca alla chitarra due strumenti della tradizione medio-orientale come il saz e l'oud; Niccolò Giuliani dona linfa ritmica ai pezzi con la darbuka, il cajon e i tamburi a cornice tipici della tradizione araba.