Calato il sipario su un anno nero "I ragazzi hanno fatto esperienza"

Alessandro Cupisti prende il buono di questa stagione "La società deciderà chi resta per proseguire il progetto"

La Spv Viareggio

La Spv Viareggio

Con la netta (15-2) e ininfluente sconfitta subita a Castiglione sabato sera va agli archivi il campionato di serie A2 di hockey su pista della Spv Viareggio. Per la squadra allenata da Alessandro Cupisti il verdetto che portava la giovane formazione alla retrocessione in serie B era infatti giunto da tempo. Non è stata vinta la scommessa di centrare una salvezza che, in un girone con numerose formazioni che disponevano di atleti con ampia esperienza nella serie maggiore, si è rivelata impossibile.

L’allenatore viareggino, nel suo commento, non fa drammi sia sull’ultima sconfitta sia sull’epilogo dellìintero campionato: "Per quanto riguarda la partita – dice Cupisti – abbiamo giocato chiusi e in porta è andato Spinetti che ringraziamo per la costanza e la passione che ha avuto. Per un po’, il primo tempo in pratica, abbiamo resistito, ma alla lunga la superiorità del Castiglione ha avuto la meglio e questa superiorità giustifica il passivo finale. Il nostro campionato di serie A2 si chiude con la retrocessione. Sapevamo che poteva succedere e così è stato. Manca ancora lo spareggio dell’1 e 8 maggio con il Grosseto per accedere alla final eight di serie B, poi la società tirerà le somme per vedere quali giocatori saranno di interesse per proseguire il progetto che è stato iniziato".

Nonostante i tre soli punti conquistati, che hanno evidenziato la differenza di esperienza con le altre formazioni, si è trattato di un anno di proficuo lavoro per un gruppo giovane che, sotto la guida di un tecnico esperto come Cupisti, ha potuto cimentarsi, con poche modifiche di organico, sia nei campionati giovanili under 17 e 19, sia in quelli senior di B e A2. Sono molti gli elementi interessanti che, grazie a questo anno, seppur avaro di soddisfazioni, nella prossima stagione potranno sicuramente constatare i propri progressi.

Giulio Arnolieri