Alcune poesie dei cinque finalisti

Mario Benedetti: “Ritornare nei giorni, mandarli avanti./ Anni fa, adesso, domani. Era così/ per te, è così per tutti? Stare nelle ore/ per altre ore, nei giorni che ci saranno./ E dire dei morti come se fossero/ ancora dei vivi, come è necessario/ sorridere quando si è in compagnia”.

Michele Brancale: “Aprendo gli occhi al dedalo dei giorni,/risorto sollevo il velo leggero,/ in cui ripongo la notte passata/e la città riflesso d’ametista./ La brina è distesa oltre i vetri, freddi,/ sui tetti delle case dirimpetto./ Fuori s’affacciano sulla mia sciarpa/gli ultimi cristalli d’acqua di marzo./ Si è spento il momento di non vedersi./Ho bruciato i fogli che ingombravano/ lo spessore di te, il tuo profilo./ Non rimpiango la corsa a cui mi accingo,/svincolata dal peso, dal non senso,/ dell’accumulo. Questa è la notizia”.

Chandra Livia Candiani: “Nel mondo ci sono i suoni”./ Ah sì?/ E qualcosa li accoglie/ e li abbandona?/ Vie di mare,/ perdute e abissali./ L'universo non ha un centro,/ ma per abbracciarsi si fa così:/ ci si avvicina lentamente/ eppure senza motivo apparente,/ poi allargando le braccia,/ si mostra il disarmo delle ali,/ e infine si svanisce,/ insieme,/ nello spazio di carità/ tra te/ e l'altro”.

Loretto Rafanelli: “Fu nel mattino d'agosto/ che giunsero le legioni del destino,/ acquattate nel grande silenzio,/ spiando il rumore fragile dei boscbhi./ Era un mattino dolce d'agosto... Non vi fu bambino, vecchio, donna/ che fuggì tra le rocce calde che sussurrano/il mare. E tutto fu ferrato/ dalle grida della pena

Ottavio Rossani: “Per sopravvivere / nella tempesta/ seguo la traiettoria / disegnata da un fischio/ persistente e fastidioso/ nella totale assenza di luce./ Andrò molto lontano. / Lungo il tragitto troverò / qualche buon compagno./ Anche da solo tuttavia/ arriverò. Arriverò”.