25 anni senza De André. I brividi del primo live alla Bussola di Focette: Mina lo convinse a cantare

Giovedì saranno venticinque anni esatti dalla scomparsa di Faber. Dalla Versilia, grazie al genio di Sergio Bernardini, partì il suo tour più celebre

Fabrizio De André

Fabrizio De André

Viareggio (Lucca), 10 gennaio 2024 – Venticinque anni senza Fabrizio De André. Domani sarà l’anniversario del giorno in cui nel 1999 ci ha lasciato un protagonista assoluto della musica italiana che deve molto alla Versilia. Per un motivo, in particolare. Siamo alla Bussola di Focette, è il 15 marzo 1975. Fabrizio è atteso al primo, soffertissimo, live di una serie che poi diventò di cento serate. Un successo straordinario che portò nel conto bancario di De André 300 milioni di lire, una cifra iperbolica per l’epoca. "Alla mia carriera mancava una cosa: una verifica diretta con il pubblico, così ho voluto provare" spiegò poi.

E per convincerlo, fino a pochi minuti prima di salire sul palco, c’erano Paolo Villaggio e il regista Marco Ferreri che seguirono il suo concerto in prima fila, timorosi che si alzasse e se ne andasse via. Il biglietto non costava un prezzo popolare: 10mila lire. Poco prima del concerto Faber fu preso dall’ansia e addirittura non voleva cantare. Poi si decise. "Si sedette su una sedia e iniziò a scherzare sulle note de ‘La cattiva strada’ - rammenta Mario Bernardini, figlio di Sergio – e mio padre aveva smosso il mondo per mettere a segno un colpo di cui si vantò per tutta la vita". Esplosero le polemiche sui compensi ma soprattutto sul fatto che Fabrizio sceglieva per il suo debutto dal vivo quello che a sinistra veniva definito "il tempio delle feste dei padroni".

Era il periodo delle violenze di piazza e delle P38. Il cantautore non aveva mai fatto mistero delle sue convinzioni anarchiche e da poco era uscito "Storie di un impiegato", il suo album più politico. La scelta della Bussola non gli fu perdonata e venne contestato. "Fabrizio si è venduto" gridò con accento toscano uno dal pubblico. In effetti l’assegno in bianco sventolato da Sergio davanti al suo naso non lasciò insensibile Faber, che peraltro era il cantautore più schivo della scena nazionale e tra i più politicamente impegnati. Sergio, che di talenti se ne intendeva, lo corteggiava da tempo e fece molti viaggi a Genova per convincerlo.

Un ruolo determinante per il sì lo ebbe Mina: in una cena rassicurò Fabrizio e gli garantì che sarebbe stato un successo. Ma Faber rimase perplesso fino all’ultimo, lui che poco tempo prima si era esibito gratis per gli anarchici a Carrara. In sala c’erano il fratello Mauro e tanti amici come Gino Paoli, Paolo Villaggio, Lino Toffolo e un giovane Francesco De Gregori.

"Rotto il ghiaccio non voleva più scendere dal palco" commentò Ricky Belloni il musicista che poi sarà dei New Trolls e che lo accompagnò. Colombo Francesconi immortalò tutto con il suo obiettivo. De André tornò alla Bussola quella stessa estate il 10 e 18 agosto, fu a Pietrasanta il 6 settembre. Poi tanti concerti a Bussoladomani.