Cantiere navale riconvertito. Ora fa visiere protettive

La scelta del gruppo Giangrasso, 19 dipendenti e 10 imbarcazioni per il refit. "Abbiamo voluto produrre qualche cosa che serva a medici e infermieri"

Bartolomeo Giangrasso, amministratore unico del gruppo che porta il suo nome

Bartolomeo Giangrasso, amministratore unico del gruppo che porta il suo nome

Viareggio, 9 aprile 2020 - Un cantiere giovane, con le vele spiegate al vento: diciannove dipendenti, dieci imbarcazioni in corso di refit e due nuove commesse per unità da diporto da 22 metri ciascuna. Poi è arrivato il coronavirurs; e anche per il Gruppo Giangrasso, come per l’intero comparto della nautica, è scattato l’obbligo di fermare la produzione. Ma è immediatamente cresciuta la consapevolezza di dover e poter fare qualcosa di importante, mettendo a disposizione le proprie competenze nella battaglia contro Covid-19. Proprio come hanno fatto i grandi gruppi della moda, riconvertendo la loro usuale produzione per realizzare mascherine e camici per rifornire gli ospedali, così anche la nostra eccellenza del mare si mobilita per arginare il contagio. "Sappiamo bene che i dispositivi di sicurezza individuale per i sanitari in prima linea contro il virus non sono mai abbastanza - spiega Bartolomeo Giangrasso, amministratore unico delegato dei Cantieri navali Giangrasso srl -, così abbiamo pensato di realizzare delle visiere protettive".

E’ stato un rapido e intenso lavoro di squadra: dalla progettazione al recupero dei materiali necessari grazie alla piena disponibilità delle attività del territorio che hanno compreso l’importanza del progetto. "La visiera di plexiglass è stata ordinata ed è arrivata già tagliata e forata, così le stecche di alluminio, mentre Paris – racconta Giangrasso - ha aperto il magazzino per fornirci le scorte di elastico. C’è voluta una settimana siamo per riuscire a reperire ciò che serviva". Adesso il comparto produttivo del gruppo Giangrasso, lavorando direttamente da casa, procede ad assemblare i pezzi. Ogni giorno vengono prodotte in medie settanta, ottanta visiere protettive. Che vengono sistemate in scatole da cinquanta pezzi e che l’imprenditore spera di poter consegnare presto all’ospedale Versilia.

«Siamo in attesa di capire se la Asl possa accettare questo materiale, se pur non essendo certificato Ce possa essere utilizzato in corsia visto che rispetta comunque tutti gli standard. In caso l’ospedale non possa usare le nostre visiere sappiamo che potranno essere comunque utili alle associazioni di volontario, come Croce Rossa, Croce Verde e Misericordia. Quindi andiamo avanti con la produzione". Sempre avanti, in attesa di poter riprendere con l’ordinario.

«La cultura della sicurezza sul lavoro – conclude Giangrasso – per me, che ho cominciato a lavorare 35 anni fa come operaio nella Darsena viareggina, è un pilastro. Qualunque lavoratore deve essere tutelato. Per questo l’idea di realizzare dei presidi di sicurezza mi ha coinvolto profondamente. Domani arriveranno in cantiere degli ozonizzatori per sanificare l’aria, quando potremo riaprire voglio che tutti i miei dipendenti possano venire a lavorare con serenità. Questa, adesso, è la priorità".

Martina Del Chicca