DANIELE
Cronaca

Un Festival da incorniciare. La Turandot accende il Gran Teatro Puccini. Bohème viva con Veronesi

Registrate un +16% di presenze per gli spettacoli (ed eventi) della stagione 2023. La ‘‘benda’’ del direttore d’orchestra ha fatto volare una Mimì ’’debole“.

Un Festival da incorniciare. La Turandot accende il Gran Teatro Puccini. Bohème viva con Veronesi

Un Festival da incorniciare. La Turandot accende il Gran Teatro Puccini. Bohème viva con Veronesi

Mannocchi

C’è un’eccellenza, a Viareggio, che cresce (in percentuale) anche più della nautica. È il Festival Pucciniano, che tra 2022 e 2023 ha fatto registrare un balzo considerevole in termini di presenze, biglietti staccati e naturalmente incassi. I numeri dell’edizione appena andata agli archivi sono notevoli. Il cartellone che ha animato la città per circa sei settimane (dal 14 luglio al 26 agosto), con 27 spettacoli organizzati tra Gran Teatro, Auditorium Caruso e Villa Paolina, ha fruttato un incasso complessivo di 1.350.426,53 euro. Per fare un raffronto, l’anno scorso il cassiere aveva contato 1.163.862,62 euro.

Da un anno all’altro, dunque, le entrate sono aumentate del 16 per cento. Una percentuale che si replica tra i biglietti venduti per gli eventi al Teatro (21.820 nel 2022, 25.435 nel 2023: +16,6 per cento) e nella mole di presenze (25.898 contro 30.186: +16,6 per cento). Se allarghiamo il confronto anche alle serate all’Auditorium Caruso e a Villa Paolina, la forbice si amplia: 22.956 biglietti staccati nel ‘22 contro i 28.408 del ‘23 (+23,7 per cento) e 27.300 presenze dell’anno scorso a fronte delle 33.290 di quest’anno (+21,9 per cento).

L’aumento di presenze e incassi si spiega con due fattori: il primo, banalmente, è che il cartellone di quest’anno proponeva una serata ‘di ciccia’ in più (14 serate contro le 13 del 2022); l’altro è il grande apprezzamento di cui godono "Turandot", allestimento al terzo anno consecutivo che ha realizzato numeri importanti, e "Bohème", che ha migliorato di parecchio gli indicatori rispetto a "Tosca", messa in programma l’anno scorso. Merito delle polemiche che hanno fatto il giro dello Stivale, coinvolgendo personaggi come Sgarbi e il maestro Veronesi? Chissà.

"Turandot" e "Bohème" a trainare il carro sul campo centrale, si diceva. L’incompiuta di Puccini è andata in scena quattro volte, proprio come l’anno scorso. Nel 2022 ha totalizzato 7.095 biglietti staccati, con 7.952 presenze e un incasso di 399.020.85 euro, per una media di 1.810 spettatori a serata. Quest’anno, invece, i biglietti venduti sono stati 8.546, con 9.385 presenze e 441.414,03 euro al botteghino, per una media di 2.136 spettatori a serata.

Interessante anche il raffronto tra "Tosca" e "Bohème", quattro date a testa. L’anno scorso, la storia di Floria Tosca richiamò al Gran Teatro 7.878 presenze (con 7.095 biglietti venduti), per un incasso di 371.118,78 euro e una media di 1.773 spettatori a data. Mimì, invece, nella sua versione sessantottina che ha fatto storcere il naso al maestro Veronesi (all’esordio, ha diretto l’orchestra con una benda sugli occhi…), ha portato a Torre del Lago 9.094 presenze (8.195 biglietti venduti) che hanno garantito un incasso da 442.291,13 euro, per una media di 2.048 spettatori a serata.

"Madama Butterfly" è andata, in media, un filino peggio. L’anno scorso ha fatto registrare 6.199 presenze (5.569 biglietti venduti) e un incasso di 299.933,38 euro, con una media di 1.856 spettatori a serata. Quest’anno, invece, ogni data ha richiamato in media 1.817 persone. Ma le serate sono state quattro anziché tre, con 7.989 presenze (7.269 biglietti staccati) e 387.354,86 euro d’incasso. Le due date restanti portano al confronto tra "La Rondine", in programma l’anno scorso, e "Il TabarroBarbablu" di quest’anno. I numeri sono molto simili, anche se il 2022 è andato leggermente meglio: 1.133 biglietti e 2.226 presenze l’anno scorso; 1.041 e 2.845 quest’anno. E gli incassi? Nel 2022 il cassiere portò via 58300,82 euro; quest’anno 52.316,88.

A destare ottimismo ai piani alti della Fondazione Festival Puccini è l’indice di riempimento per le sole serate d’opera, che nel 2023 è stato pari al 63,44 per cento contro il 49,23 dell’anno scorso. Ben quattro serate, tuttavia, sono riuscite a sfondare quota 70: la prima della "Bohème" e l’esordio di "Turandot", nelle due primissime date del cartellone (14 e 15 luglio), e poi "Madama Butterfly" del 28 luglio e la replica di "Turandot" del 19 agosto. La prima di "Turandot" è stata anche al serata con il maggior numero di spettatori (2.644) e l’incasso più alto (133.919,70 euro, che stacca di oltre 15mila euro l’incasso record dell’anno scorso, merito di una rappresentazione di "Tosca").

Tra l’altro, per la gioia del botteghino, sono andati a ruba soprattutto i biglietti a prezzo più alto, mentre i settori che performano meno sono quelli che offrono biglietti a un costo inferiore. Rispetto all’anno scorso, la percentuale di riempimento nel settore Gold è cresciuta dell’1 per cento circa (45,74 contro 45,79); nel primo settore quasi di 3 punti (63,97 contro 61,19), nel secondo settore di ben 7 punti (62,45 contro 55,15); nel terzo di 5 punti (57,39 contro 52,64); nel quarto di quasi 8 punti (47,42 contro 39,75). soltanto il quinto settore è stato riempito meno rispetto a un anno fa: 52,10 per cento contro il 53,36 del 2022. E se il cassiere è contento, il prossimo anno potrà fare i salti mortali, visto che è allo studio un ritocchino ai prezzi: si parla di un 5 per cento.