Strage, il processo si farà Bocciato lo slittamento

Decisione della Corte Suprema di Cassazione: no alla richiesta di rinvio causa virus presentata dagli avvocati delle società tedesche: via il 2 dicembre

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E’ attesa per il 4 dicembre la sentenza definitiva per la strage di Viareggio, dopo 4 anni di indagini internazionali e 7 anni di udienze. La Corte Suprema di Cassazione ha infatti confermato per il 2 dicembre l’avvio del processo, nonostante le richieste di rinvio degli avvocati milanesi delle società tedesche coinvolte a causa dell’emergenza Covid. La sala del Palazzaccio è stata prenotata per tre giorni, il primo sarà dedicato agli interventi della Procura generale e degli avvocati delle parti civili, il secondo giorno saranno ascoltati i legali delle difese, e per il terzo giorno è attesa la lettura della sentenza. Potrebbe essere l’ultimo atto, il punto sull’iter giudiziario cominciato oltre 11 anni fa: all’alba del 30 giugno 2009. Quando il sole su Viareggio illuminò la devastazione lasciata dal passaggio del treno merci partito da Trecate e diretto a Gricignano che, alla mezzanotte del 29 giugno, alla stazione di Viareggio, deragliò per la rottura di un asse. Una delle 14 cisterne cariche di Gpl si rovesciò, e da uno squarcio si liberò nell’aria il gas. Una “bomba“ esplose in piena notte il fianco Est della ferrovia, e uccidendo trentadue persone.

I giudici d’appello lo scorso 20

giugno 2019 hanno condannato

25 imputati, tra cui i manager delle ferrovie: Mauro Moretti, ex

ad di Rfi ed ex ad di FS, a 7 anni

di reclusione; Michele Mario Elia, ex ad di Rfi, e Vincenzo Soprano, ex ad di Trenitalia, a 6 anni di reclusione. "E’ provato con certezza che le valutazioni dei rischi effettuate negli anni dalle due società – si legge nelle motivazioni della sentenza di secondo grado – non hanno avuto a oggetto tutti i rischi rilevati connessi a un deragliamento e quindi hanno effettivamente mostrato le lacune e le omissioni indicate dai giudici di primo grado". Non è stato valutato, scrivono i giudici, "il maggiori rischio

di rottura di un componente conseguente a una manutenzione non corretta eseguita da soggetti terzi sui quali Trenitalia Spa non aveva un diretto controllo".

Condannati in appello hanno anche tutti i dirigenti e manager (tranne uno) delle società in cui

venivano mandati in revisione i carri merci. A finire nel processo, oltre a Ferrovie e alle aziende sotto il suo controllo, sono state infatti anche la Gatx Rail –

proprietaria del vagone, americana, ma in questo caso sotto forma delle succursali di Germania e Austria -, le officine Junghental di Hannover (dove fu controllato l’assile che rompendosi causò il deragliamento) e la Cima Riparazioni, azienda mantovana dove fu montato proprio l’assile che si ruppe all’ingresso della nostra stazione.

Mdc